(ANSAmed) - VENEZIA, 2 SET - Dialogo culturale, integrazione:
storie e racconti provenienti dal Medio Oriente ai Balcani, fino
all'Iran. La 73esima Mostra del Cinema di Venezia (in corso fino
al 12 settembre) apre una volta di più una finestra sui volti
del Mediterraneo allargato, in particolare quelli dei migranti,
con la prima edizione del Premio MigrArti.
Presieduto dal regista turco Ferzan Ozpetek, il
riconoscimento (che sarà attribuito il 6 settembre prossimo) è
dedicato ai cortometraggi e ai documentari che vedono il
coinvolgimento diretto dei nuovi italiani. Sedici in tutto - fra
corti e documentari - i titoli in lizza al Lido, vincitori
dell'omonimo bando lanciato dal ministero dei Beni e delle
Attività Culturali e del Turismo.
Altro importante appuntamento che racconta la realtà migrante
sarà la Giornata degli Autori (domani) durante la quale verrà
presentato No Borders, di Haider Rashid, regista fiorentino di
origine irachena, che insieme all'attore Elio Giordano, parla di
guerra, di fuga e di accoglienza come necessaria conseguenza. In
questo utilizzando una realtà virtuale - indossando cioè uno
schermo-maschera che permette di guardare da vicino la realtà
dei migranti, interagendo con essa in un modo mai sperimentato
prima - offrendo così un punto di vista diverso da quello dei
media tradizionali, grazie all'annullamento delle distanze.
Da un Paese in guerra a una nazione che lotta per mantenere
viva la sua democrazia: la Tunisia, con uno stesso filo
conduttore: l'abbandono della propria terra. In cartellone la
pellicola della tunisina Doria Achour Le reste est l'oeuvre de
l'homme (Orizzonti - Cortometraggi), che racconta la storia di
Aymen, immigrato tunisino giunto a Marsiglia con l'intento di
trovare Jihane, la sorella che ancora non conosce.
Il Qatar è presente con una coproduzione, White Sun
(Orizzonti) di Deepak Rauniyar, mentre Fuori Concorso ci sono
l'israeliano Through the Wall di Rama Burshtein e il turco Big
Big World di Reha Erdem.
Infine, al Lido non poteva non esserci l'Iran e uno spaccato
della sua società - ''lacerata costantemente tra modernità e
tradizione'' come spiega Parviz Shahbazi che firma Malaria.
La Mostra del Cinema dedica poi due appuntamenti a sostegno
dei registi emergenti e delle coproduzioni: ''Venice Production
Bridge. Final Cut in Venice'' (3-5 settembre), workshop ''che
intende dare un aiuto concreto al completamento dei film
provenienti dai Paesi africani e dalla Giordania, dall'Iraq, dal
Libano, dalla Palestina e dalla Siria'' e che include i lavori
di Raed Andoni, Ghost Hunting, Soudade Kaadan con Obscure,
documentario girato tra Siria e Libano, Poisonous Roses, di
Fawzi Saleh, One of these days di Nadim Tabet; e ''Italia e
Paesi Balcanici, da un lato all'altro dell'Adriatico'' dove
verranno presentati i fondi di sostegno pubblico al settore
cinematografico stanziati dalle ''due rive''.
L'incontro (il 5 settembre) è organizzato dalla Direzione
Generale Cinema - MiBact e Anica in collaborazione con la
Biennale di Venezia. (ANSAmed).
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Cinema: alla Mostra di Venezia crocevia di storie migranti
Da MigrArt a Giornata Autori fino a un ponte per giovani registi