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Musei: all'Archeologico di Napoli nuova sala su culti orientali

Da Iside a Cibele, gli dei della Roma globalizzata

Musei: all'Archeologico Napoli nuova sala su culti orientali

Redazione Ansa

NAPOLI - Oggetti quotidiani che narrano i culti di Cibele, Attis, Sabazio, Mitra, in quel "mondo romano globalizzato che dal secondo secolo a.C. con la dominazione forte dell'Anatolia portò Roma vicino all'Arabia e al Golfo Persico". Così Valeria Sampaolo descrive il nuovo allestimento della sala culti orientali che si inaugura domani al Museo Archeologico Nazionale di Napoli. Un'apertura che costituisce la terza tappa del percorso "Egitto Pompei", già in corso agli scavi e al Museo Egizio di Torino e che avvicina il museo partenopeo alla riapertura della sezione egizia, chiusa a singhiozzo da otto anni, fissata per il prossimo 7 ottobre. "L'operazione Egitto Pompei - ha spiegato Paolo Giulierini, direttore del Museo Archeologico Nazionale - è stata voluta dal Mann insieme alla soprintendenza di Pompei e al Museo Egizio Torino, dove la mostra è stata prorogata fino al 30 ottobre.

Oggi apriamo la sala culti orientali, che illustra la loro diffusione da qualche secolo prima di Cristo, fino alla caduta quasi dell'impero romano. Un argomento di grande attualità, perché se a scuola insegnano che le religioni si succedono nel tempo, la realtà è che nei secoli le persone si sono sempre contaminate con religioni diverse e all'abbisogna si ricorreva a questo o quella divinità, come accade anche oggi a Napoli, se pensiamo ai riti come quello delle fontanelle".

Nella sala al secondo piano l'allestimento propone un viaggio nel "calderone di culture e religioni - spiega Valeria Sampaolo - che Roma tollera fino a che queste non collidono con l'esercizio della sua supremazia. Equilibrio difficile da raggiungere, ad esempio, nella provincia sirio-giudea". Tra gli esempi più forti delle influenze delle religioni orientali sul mondo romano c'è il culto di Cibele, la "Magna Madre" dell'Anatolia che sarà introdotto a Roma insieme a quello di Attis, suo compagno. E in mostra c'è anche "una raffigurazione - spiega Sampaolo - di Abazio, figlio di Attis e Cibele, raffigurato seduto in una mano magica". La sala mostra anche due famosi quadri provenienti da Ercolano con scene di una cerimonia isiaca e illustra altresì la presenza, molto forte, a Pozzuoli dei Nabatei, commercianti arabi provenienti dall'attuale Giordania, e dei giudei. (ANSAmed).

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