Rubriche

Libri: I pesci devono nuotare, il viaggio di Selim in Italia

Dall'Egitto a 17 anni senza paura, la cronaca diventa romanzo

Redazione Ansa

(ANSA) - ROMA, 15 GIU - "I PESCI DEVONO NUOTARE" (RIZZOLI, PAGINE 304, &euro 17). ''Non avevo paura di niente, non pensavo al viaggio in mare, non pensavo a cos'era l'Italia, né a mia madre. Oggi non so spiegarmelo, da dove mi veniva quel coraggio''.

Nel villaggio di Telbana, situato nella regione a nord del Cairo, ''niente è terminato, le case sono provvisorie, i pali della luce elettrica sono storti, i balconi sono senza ringhiere e le finestre senza vetri, le insegne dei negozi sono oblique, le strade per lo più sono coperte di polvere, bottiglie, plastiche, cacche di cani''.

Il protagonista del romanzo di Paolo Di Stefano narra la storia di un ragazzo che decide di lasciare il suo paese d'origine l'Egitto alla ricerca di un futuro migliore in Italia.

Selim è nato a Talebana, paese in cui il colore dei campi si fonde col rosso delle case incompiute e dei vicoli sterrati, il suo nome in egiziano significa ''Tranquillo'' - ''Devi allungare i piedi fino a dove c'è la coperta'', questo è quanto gli diceva il padre che gli ha insegnato il rigore e il senso del sacrificio negandogli completamente la libertà di sognare".

Ma Selim è tenace, non si accontenta di quella vita; così, con l'incoscienza e la forza dei suoi diciassette anni, attraversa il deserto e la Libia, fino a raggiungere il mare e imbarcarsi per l'Italia. Dietro di lui lascia i suoi amici la sua famiglia, sua sorella infelice del matrimonio stabilito dai parenti; un maestro che lo ha sempre bacchettato sulle mani.

Nonostante le umiliazioni a scuola, Selim ha imparato a studiare e la voglia di scoprire e capire il mondo cresce in lui ogni giorno di più.

Nuove prospettive si presentano a questo ragazzo una volta sbarcato in Sicilia, insieme a centinaia di migranti che pregano e sussurrano affinché il sogno di una terra ferma si avveri. Un riscatto dall'infanzia che si è lasciato alle spalle, parlare l'italiano meglio degli italiani, costruirsi un futuro son questi i suoi più grandi obiettivi. Una strada tutta in salita la sua quasi impossibile, ma nonostante la giovane età non si perde d'animo, inizia a trovare piccoli lavoretti in nero, e tra un ostacolo e un altro cerca un suo piccolo posto dove alloggiare insieme ad altre persone nella caotica Milano.

Dopo fatiche, stenti e preghiere sussurrate, il viaggio lo conduce in Sicilia, insieme a centinaia di migranti in cerca di sogni. Il suo è il più grande e ambizioso: vuole un riscatto dall'infanzia che si è lasciato alle spalle, parlare l'italiano meglio degli italiani, costruirsi un futuro. È una strada tortuosa, che sembra impossibile, ma Selim non si arrende e, tra cadute e risalite, cerca il proprio posto in una Milano che non regala niente a nessuno.

Selim non è solo. Dentro e accanto alla sua vita ne scorrono altre, meno luminose ma altrettanto esemplari: la dolce Marlene, il ruvido Raymon, l'amico Tawfik e alcuni misteriosi angeli protettori. In un mondo che cambia velocemente alziamo barriere per difenderci da ciò che non conosciamo. Paolo Di Stefano, con questa storia vera che ha le sue radici nella cronaca di tutti i giorni ma che ci trasporta lontano, in un viaggio sorprendente, racconta i sentimenti, le scoperte e le emozioni di chi sta dall'altra parte di quel muro. Di chi ha imparato un principio universale: i pesci devono nuotare. Di Stefano originario di Avola è inviato speciale del "Corriere della Sera". È autore di numerosi romanzi tra cui: Baci da non ripetere (1994); Azzurro troppo azzurro (1996, Premio Grinzane Cavour).

Leggi l'articolo completo su ANSA.it