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Archeologia: Giro, Italia celebra rientro testa Augusto

Senza dimenticare genocidi culturali e distruzioni opere in MO

Redazione Ansa

(ANSAmed) - ROMA, 14 GIU - ''L'Italia celebra il ritorno della testa di Augusto a Nepi, senza dimenticare il 'genocidio culturale' e la distruzione in atto in Siria, Iraq e in tutto il Medio Oriente. E' il senso di questa cerimonia'', come ha voluto sottolineare il viceministro degli Esteri, Mario Giro, nel corso della breve cerimonia che si è tenuta questa mattina alla Farnesina in occasione della restituzione della testa in marmo - scolpita oltre 2.000 anni fa - del giovane Ottaviano Augusto prima che diventasse il primo imperatore di Roma.

Si tratta di un'opera trafugata negli anni '70 dal piccolo comune del viterbese, esposta qualche anno dopo da un antiquario di Zurigo e poi venduta regolarmente al Museo reale d'arte e storia di Bruxelles, che lo scorso aprile ha restituito volontariamente l'opera all'Italia. Nel ringraziare ''le autorità belghe per questa collaborazione'', Giro ha ricordato che ''l'Italia dispone della più grande banca dati di beni culturali trafugati del mondo, con oltre 5 milioni di opere'' censite. ''Una punta di eccellenza'', ha detto, possibile grazie al ''lavoro silenzioso e continuo'' svolto dal Nucleo di tutela del patrimonio culturale dei Carabinieri e della Guardia di Finanza. E a tutela dei beni e delle opere d'arte, ha sottolineato, Roma ha voluto proporre ''all'Unesco di istituire i Caschi blu della Cultura. Si inizia con il furto per giungere alla distruzione e alla cancellazione della memoria di una civiltà''. Il ritorno dopo 40 anni di 'esilio' della testa di Augusto a Nepi ''rappresenta una opportunità di sviluppo per il territorio e la possibilità di una ricaduta occupazionale, ha detto dal canto suo il sottosegretario ai Beni e alle attività Culturali e al Turismo, Antimo Cesaro.

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