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Mostre: Design@Farnese, quando arredare è arte

A Palazzo Farnese fino a 20/9, 30 designer tra Francia e Italia

Redazione Ansa

(di Daniela Giammusso)

ROMA - Chissà cosa avrebbero detto Michelangelo e il Vignola vedendo nelle loro gallerie affrescate L'Indiscret, la pelossissima poltrona in lana bianca della Mongolia di Gaelle Lauriot-Prevost e Dominique Perrault, che già dal nome rivela una sin troppo ravvicinata seduta a tre. O davanti al letto Karen, acceso di turchese da Philippe Hurel, tra le grandi sedie in pelle e acciaio di Jean Nouvel. Così per tre mesi Palazzo Farnese, sede dell'Ambasciata di Francia in Italia, si trasforma per 'Design@Farnese'.

Non una mostra ma un 'progetto di arredo' frutto dell'iniziativa dell'Ambasciatrice di Francia in Italia, Catherine Colonna, che fino al 20 settembre 'ammobilierà' le tre grandi gallerie del primo piano, simbolo eccelso del Rinascimento italiano, con le creazioni realizzate invece oggi in Francia e in Italia da 30 designer, architetti e arredatori di spicco francesi, applauditi in tutto il mondo.

In tutto 50 pezzi di forme audaci, colori forti e materie nobili, ma mai 'impossibili' (se non, in alcuni casi, forse nel prezzo), a raccontare l'élite del design francese, tra grandi maestri e nuovi talenti emergenti. Un modo, spiega l'ambasciatrice, "per fare sempre di più di Palazzo Farnese un luogo vivo, una vetrina dell'eccellenza e dell'inventività francesi più contemporanee".

"Che si tratti del prodotto di una grande azienda come Roche Bobois o l'italiana Poltrona Frau - racconta infatti Isabelle Valembras, consigliera artistica dell'allestimento insieme a Pierre Leonforte - o di una realtà più di nicchia come Petite Friture, il fil rouge tra tutte queste creazioni non è solo la raffinatezza, ma l'artigianalità e la lavorazione di altissimo livello".

Come per il gueridon di Bruno Moinard, celebre firma di Cartier, che sembra di lavagna ed è invece realizzato in finissimi fili di paglia. O le sedie Butterfly Kiss di Christian Ghion, attuali oggi come nel 2003. E poi, uno dopo l'altro, come in tanti piccoli salotti a dialogare con l'architettura del XVI secolo, ecco Kinetic, tavolo in resina blu disegnato da Noe Duchaufour-Lawrance (lo stesso di Hermes) animato internamente da un gioco di luci misteriose. E poi la lunghissima sezione d'albero Til, trasformata in tavola da Cristophe Delcourt; o il Webwood di Fabrice Ausset in legno bruciato che sembra una grande foglia di banano. Fino ai pezzi più costosi: Propagation, mensola in plexiglass dai riflessi violetti di Hervé Van der Straten, e la poltrona L'Indiscret. "Costosi - dice la Valembras - ma non così tanto considerando tutta la lavorazione che c'è dietro. Alcuni, poi, sono pezzi numerati o in edizione limitata".

Ma nella sfida del design tra Italia e Francia, esistono grandi differenze? "I francesi che non hanno mai lavorato in Italia - risponde Leonforte - si riconoscono perché hanno paura di osare. Non utilizzano pelli né metalli pregiati. Quasi temono di essere additati come 'elitari', di non pensare al popolo. In questo gli italiani sono più spontanei. Quando invece i francesi osano, allora sono strepitosi. Ma sono pochi: non è un'invasione, potete dormire tranquilli". 'Design@Farnese' è visitabile nel corso dei 9 tour guidati settimanali a Palazzo Farnese e nelle Giornate europee del patrimonio a settembre.

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