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Migranti: in mostra al MoMA i viaggi della speranza

Arte e migrazioni anche al Barbican; in ottobre la casetta Ikea

Migranti: in mostra al MoMA i viaggi della speranza

Redazione Ansa

(di Alessandra Baldini)

NEW YORK - Otto uomini e donne tracciano con un pennarello indelebile su una carta geografica l'itinerario della loro speranza, raccontando il viaggio in arabo, in italiano, in inglese. La crisi dei migranti fa il suo ingresso ufficiale in un museo. The Mapping Journey Project, una creazione dell'artista franco-marocchina Bouchra Khalili, accoglie fino al 10 ottobre i visitatori nell'atrio del MoMA di New York.

The Mapping Journey Project, racconta otto cammini individuali a zig zag sulla mappa del Nord Africa, Medioriente, Europa. Storie a volte incompiute come quella di una donna che, partita da Mogadiscio e approdata a Bari, segna ogni tappa con una freccia, non un punto, e quella nel capoluogo pugliese punta a nord. "Ho imparato l'italiano ma qui non sto bene": il suo sogno - spiega - è emigrare in Norvegia. Realizzati tra 2008 e 2010, prima dunque che la crisi delle migrazioni raggiungesse la portata degli ultimi mesi, i video, proiettati su maxischermi mostrano il pennarello che si muove attraverso la carta accompagnati dai sottotitoli: "After two months in Tripoli I took a boat to Italy". "I was sent to Palermo". "But Lampedusa was ok". "I am fine". "We saw a shark". "But it turned bad".

I protagonisti dei viaggi restano anonimi.

L'installazione, curata da Stuart Comer e Giampaolo Bianconi del Department of Media and Performance Art, è stata acquistata dal MoMA nel 2015. Il museo americano è l'unico ad avere la collezione completa degli otto video.

Non è l'unico esempio di come la crisi dei migranti stia ispirando artisti e curatori di musei. Mentre il dissidente cinese Ai Weiwei è al lavoro su un documentario girato a Lesbo e nelle altre isole greche, il 12 giugno al Barbican Centre di Londra sarà organizzato un festival per celebrare e esplorare arte, architettura e cultura nate nei campi di rifugiati in Europa, al crocevia tra migrazioni di massa e politica.

La tragedia dei profughi tornerà al MoMA in ottobre. Il museo organizzerà una mostra sul modo con cui architettura e design hanno affrontato le nozioni contemporanee di "shelter" viste attraverso le lenti delle migrazioni e la nuova emergenza globale.

"Insecurities: Tracing Displacement and Shelter" metterà insieme il lavoro di architetti, designer e artisti concentrandosi "sulle complesse condizioni che scardinano le immagini convenzionali di un ambiente urbano come arbitro di modernità e globalizzazione", si legge nel comunicato che annuncia l'iniziativa in cui saranno esposte tra l'altro la casetta "Better Shelter" creata dal colosso svedese del mobile Ikea con UNHCR per i campi profughi del Medioriente e i moduli disegnati dallo Estudio Teddy Cruz, un architetto californiano che lavora a ridosso del confine con il Messico a Tijuana e che ha "riprodotto" il muro all'Undicesima Biennale di Venezia. 

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