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Libri: Andriopoulou indaga sull''Essere greco'

Saggio su identità nazionale ed europea, ai tempi della crisi

Athanasia Andriopoulou - Essere greco

Redazione Ansa

 ROMA - Che vuol dire oggi 'essere greco'? In Grecia, Paese schiacciato da crisi economica e sociale, sotto pressione in quanto frontiera della crisi migratoria, la questione dell'identità - da sempre oggetto di grandi discussioni - è più che mai in primo piano.

In questo dibattito si inserisce il corposo saggio di Athanasia Andriopoulou 'Essere greco - Tra identità culturale e cittadinanza europea' (Cisalpino, pp. 300, euro 40). Studiosa greca formatasi all'Università di Urbino, dove insegna il corso su 'Diritti fondamentali', Andriopoulou traccia un percorso storico, culturale e persino psicologico dell'identità nazionale ellenica, che è rimasta fortemente vitale anche nei secoli del dominio ottomano fino alla Rivoluzione del 1821, saldandosi con la fede cristiana ortodossa. E che oggi deve ridefinire se stessa, a fronte dell'adesione di Atene all'Unione Europea e - negli ultimi anni - della massiccia ondata migratoria verso il Paese. Per una cittadinanza basata tradizionalmente sullo Ius sanguinis, una sfida enorme, che chiede risposte finora accennate, ricercate, ma non pienamente realizzate. La ricercatrice offre agli specialisti - ma anche a chiunque abbia interesse per la complessità della Grecia - un'analisi delle ragioni storiche dell'Essere greco', e dei fattori che oggi pesano sui greci. Corredato da una massiccia appendice di documenti e anche da testimonianze di giornalisti greci ed italiani che di temi ellenici si occupano, il volume ha il pregio di non essere scritto in una lingua esoterica ed eccessivamente accademica, ma agile e con frequenti riferimenti all'attualità. E si conclude con una lezione che - tanto per cambiare - giunge dalla Grecia: la questione che si pongono i greci sui concetti di identità nazionale e cittadinanza europea è un tema cruciale per l'Ue, nel momento in cui il progetto europeo scricchiola paurosamente. Risolverlo nel contesto europeo è l'unica chance per mantenere viva l'unione tra i popoli del vecchio continente che, rileva l'autrice, "non è un'utopia, ma una necessità storica". (ANSAmed).

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