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Tunisia: arte di strada, la rivoluzione continua on the road

Ne parla il docu-film "Gli innamorati delle panchine pubbliche"

Una scena del documentario 'Les amoureux des bancs publics'' di Gaia Vianello e Juan Martin Baigorria

Redazione Ansa

TUNISI - ''Les amoureux des bancs publics'' (Gli innamorati delle panchine pubbliche): è questo il titolo (preso in prestito da una splendida canzone di Georges Brassens) di un documentario di Gaia Vianello e Juan Martin Baigorria sull'arte di strada tunisina dalla rivoluzione del 2011, in questi giorni oggetto di una campagna di crowdfunding su Indiegogo.

''La strada che resiste attraverso l'arte'' il sottotitolo dell'opera, che evoca la forte determinazione all'impegno pubblico per il cambiamento da parte di molti tunisini, nonostante il clima dovuto agli attentati terroristici e alla crisi economica. La strada intesa dunque come luogo di espressione della cittadinanza attiva, dopo anni in cui lo spazio pubblico era stato invaso dalla onnipresenza dell'ex presidente della Repubblica Ben Ali.

Sono tanti i collettivi politici, culturali e artistici nati dal 2011 che continuano, nel disinteresse dei principali media, a portare avanti il messaggio dell'arte e della cultura per tutti come base per la costruzione di una pratica democratica partecipata. Il 'docufilm' é la cronaca di un vero e proprio viaggio ''on the road'' attraverso la Tunisia, dalla capitale fino alle zone più marginalizzate del paese per raccontare le storie di impegno e lotta che proseguono laddove le speranze riposte nella rivoluzione si sono scontrate con la realtà del periodo successivo. Un viaggio che stimola a riflettere sul ruolo che devono avere la creatività, la cultura e l'arte nella creazione di una ''democrazia reale e collettiva'', cosi' come la definiscono gli autori, e per sostenere un processo di transizione che veda l'inclusione e la partecipazione di tutte le classi sociali e di tutte le appartenenze politiche e religiose, nello spirito della rivoluzione della dignità comune e condivisa del 2011.

Gli autori Gaia Vianello - esperta di questioni di genere e migrazioni con lunghe esperienze in Marocco e Libano - e Juan Martin Baigorria - documentarista e fotografo autore di diversi reportage su Primavera araba e migrazioni - danno finalmente voce a questi gruppi e a questi creativi: dal collettivo 'Zwewla' (i poveri e gli emarginati in dialetto tunisino) con i suoi graffiti alle performance tra le strade e i mezzi di trasporto dei 'Danseurs Citoyens', dallo spazio culturale Mass'Art con il suo lavoro nel quartiere di Bab Saadoun di Tunisi, ai Ghar Boys (i ragazzi della grotta), che sulle montagne di Semmama, luogo purtroppo noto alle cronache per essere campo di addestramento e rifugio per gruppi terroristici armati, insegnano ogni giorno ai bambini la passione per la breakdance e la musica rap. (ANSAmed).

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