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Milano per due giorni capitale della lingua araba

In Cattolica studiosi e artisti celebrano l'idioma di Maometto

Redazione Ansa

MILANO - Chi la conosce, sa che non è semplice. Con le sue 5 mila radici foniche l'arabo, la lingua essenziale delle tribù del Sahara, quella flautata dei filosofi e del profeta Maometto e quella affaristica di chi vende barili di petrolio, si fondono in un unico universo culturale. A Milano, nella città che per prima riconosce la certificazione di studio, una sorta di bollino doc per chi apprende l'arabo all'Istituto Marcelline, un convegno aperto al pubblico e organizzato dall'Università Cattolica, il 4 e il 5 marzo, celebra. A coordinare i lavori è il SelDa, il servizio linguistico di ateneo che gestisce anche i corsi di arabo per i non studenti.

Nella sede di largo Gemelli, personalità del mondo della cultura e della politica si danno appuntamento per illustrare i mille volti di una lingua poco conosciuta eppure così diffusa: per oltre 200 milioni di persone è la lingua madre; si parla dagli Emirati al Marocco, dall'Algeria al Sudan, al Ciad. La prolusione è affidata all'ex ministro degli esteri della Tunisia, Taieb Baccouche. Ex segretario dell'Ugtt, l'Unione generale tunisina del lavoro che fa parte del Quartetto per il dialogo, vincitore del Nobel per la pace 2015, Baccouche concentrerà il suo intervento sul tema dei diritti umani. In cattedra saliranno, tra gli altri, Salah Fadl e Saeed Alwakeel, dell'Università del Cairo, Mohammed Berrada, dell'ateneo di Rabat, Iman Mersal, dell'Università di Alberta e Wael Farouq della Cattolica.

Due le sezioni per il festival, la prima è dedicata all'arabo come lingua della creatività, la seconda analizza la lingua come espressione di modernità. La riflessione degli studiosi si concentrerà poi nell'ultima parte delle giornate di studio sul tema della didattica. (Il programma è consultabile qui: http://selda.unicatt.it/milano-Festival_lingua_araba_loc.pdf).

Ci sarà spazio anche per l'arte con la mostra di calligrafia di Shamira Minozzi, uno spettacolo teatrale con Nora Amin, dal titolo 'Resurrezione' (4 marzo, alle 21, Aula magna) e la proiezione del film 'Hassan e Marcus', tra le ultime interpretazioni di Omar Sharif, l'attore egiziano scomparso lo scorso luglio, indimenticato Lawrence d'Arabia e dottor Zivago, cui va l'omaggio delle due giornate di studio (5 marzo, alle 17.30, Aula PioXI). La conclusione del festival è affidata all'Orchestra dell'Opera House del Cairo che si esibirà in un concerto di musica araba, nell'aula magna dell'università milanese (alle 21). L'ingresso alle giornate di studio e agli spettacoli è gratuito.

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