(ANSAmed) - TUNISI, 10 FEB - In un periodo storico nel quale
sempre più spesso si sente parlare dell'opportunità o della
necessità di alzare muri, confini e barriere tra stati e
continenti, appare quanto mai significativo il lavoro realizzato
nel film documentario "Houdoud Al Bahr, I confini del Mare
Mazara-Mahdia" dal Centro di Ricerca sulla Complessità
dell'Università degli Studi di Bergamo nell'ambito del 7/o
Programma Quadro per la ricerca dell'Unione Europea
EUBORDERSCAPES (Bordering, Political Landscapes and Social
Arenas: Potentials and Challenges of Evolving Border Concepts in
a post-Cold War World), presto disponibile in streaming.
Il film prova a raccontare la complessità di questo spazio di
frontiera euro-africano come mobile e relazionale, spazio fluido
attraversato da una molteplicità di negoziazioni, rivendicazioni
e contro-rivendicazioni socio-culturali, politiche ed
economiche, attualizzate a livello della pratica quotidiana. Per
tale via, il documentario descrive come l'Europa mediterranea e
il Nord Africa siano coinvolti in strati multipli di
competizione e integrazione attraverso le storie delle
esperienze coloniali e migratorie, così come attraverso la
formazione di comunità transnazionali. Nel film, particolare
attenzione è data alle "tracce" che, nel paesaggio di confine
sulla sponda settentrionale e meridionale del Mediterraneo, ci
raccontano della genealogia dello spazio di frontiera
italo-tunisino. Particolare enfasi è posta sul bisogno di
"umanizzare" la zona di frontiera, riservando particolare
attenzione alle esperienze che la abitano e la attraversano.
L'esperienza, che dei confini si fa, non è, infatti, la stessa
per tutti.
"Durante la ricerca, abbiamo lavorato con i bambini e i
ragazzi che vivono a Mazara del Vallo (Sicilia), le cui famiglie
sono originarie della vicina Tunisia, per cogliere le loro
percezioni, esperienze, rappresentazioni e immaginazioni
caleidoscopiche dello spazio di frontiera italo-tunisino",
spiega ad ANSAmed Chiara Brambilla dell'Università di Bergamo.
Sono stati impiegati diversi metodi della ricerca qualitativa:
l'auto-fotografia, il video, il disegno, la foto elicitazione,
le mappe partecipative e la contro-cartografia, le passeggiate a
piedi, lo shadowing. I punti di vista dei bambini e dei ragazzi
sono stati incorporati in un più ampio lavoro etnografico, che
ha coinvolto anche altre tipologie di attori su entrambi i lati
della frontiera e principalmente con attenzione ai borderscape
urbani di Mazara del Vallo, in Italia, e di Mahdia, in Tunisia.
L'esplorazione multi-situata dello spazio di frontiera
italo-tunisino ha fatto emergere come la frontiera non possa
essere ridotta ad essere una linea statica e naturalizzata,
demarcante i limiti territoriali dell'autorità e della
giurisdizione politica sovrana statuale, come la sua
rappresentazione cartografica l'ha imposta. La frontiera non è
una geometria, ma un luogo complesso, mobile (nello spazio e nel
tempo) e relazionale, va intesa come uno spazio politico e
sociale dinamico e conflittuale, composto da una pluralità di
attori (non solo gli Stati e gli attori istituzionali),
discorsi, pratiche, norme e interessi. Per tale via, "pare
possibile restituire spessore storico e geograficità alla
frontiera italo-tunisina, così come a qualunque altra frontiera
nel Mediterraneo e di là di questo, oltre la linea", conclude
Brambilla. (ANSAmed).
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Italia-Tunisia: docu-film esplora concetto di "frontiera"
Houdoud Al Bahr, I confini del Mare Mazara–Mahdia