(di Cristiana Missori)
(ANSAmed) - ROMA, 23 NOV - Creare un ''ponte tra la comunità
chassidica e la società laica di Israele, ''facendosi conoscere
meglio'' e provando a attenuare ''l'odio che esiste nei
confronti degli ebrei ultra ortodossi''. A provarci con il suo
documentario Sacred Sperm (2014, Sperma Sacro) è Ori Gruder,
regista ebreo ortodosso, che questa sera, ospite del Pitigliani
Kolno'a Festival - rassegna dedicata alla cinematografia
israeliana e di argomento ebraico (fino al 26 novembre) -
presenta alla Casa del Cinema di Roma la sua pellicola. Il tema
- il divieto di disperdere il seme, ossia di masturbarsi - ''è
di quelli considerati tabù nel mondo chassidico'', come lui
stesso racconta all'ANSA. ''Ma era esattamente quello che mi era
stato richiesto dal network per il quale lavoro, Canale 8:
realizzare un documentario per la Tv israeliana che racconti da
vicino come viene vissuto all'interno del mondo ortodosso questo
divieto, in che modo i membri della comunità vengono aiutati a
rispettare tale precetto sin da piccoli'' (quando viene
insegnato loro a urinare senza nemmeno toccarsi il pene). Dopo
avere chiesto il permesso al suo rabbino e ottenuto 'la
benedizione' da parte della moglie, Gruder inizia a filmare,
intervistando religiosi, esperti, amici e giovani, ''scegliendo
di affrontare l'argomento come se lo dovessi spiegare a mio
figlio di 10 anni''. Si tratta, rimarca, del primo lavoro a
entrare così a fondo nella vita degli ebrei ortodossi.
Barba lunga, quasi del tutto bianca, giacca lunga
rigorosamente nera come il cappello a larghe tese che indossa
quando arriva al suo appuntamento, alle spalle Gruder ha una
vita ''da laico'', molto dissoluta per i suoi canoni attuali.
''A 30 anni ho scelto di abbandonare la vita secolare per
entrare a far parte della comunità Haredim''. Il tutto accade
proprio mentre viene inviato a girare alcune immagini durante
l'annuale pellegrinaggio a Uman, in Ucraina, alla tomba del
famoso rabbino Nachman di Breslov. ''Guardavo tutti quei fedeli,
qualcosa è cambiato in me. Così diversi fra loro, erano parte
della stessa comunità'', spiega. ''Volevo farne parte anche
io''. Nella ''mia vita sono sempre stato uno border-line''. Vita
sregolata a Tel Aviv, rapporti affettivi instabili, genitori non
religiosi. Oggi di anni ne ha 44 e la sua arte, quella di fare
film, l'ha messa al servizio della comunità ultraortodossa.
''La mia missione è quella di fare conoscere il mondo chassidico
al resto di Israele - e non soltanto - e aprire anche le
comunità ultra ortodosse al mondo esterno''. Le reazioni a
Sacred Sperm - proposto in diversi festival ebraici - sono state
di due tipi. Da un lato, ''molti secolari mi hanno detto di
avere capito meglio il nostro mondo'''. Anche ''la reazione
delle comunità ultra ortodosse mi ha sorpreso molto. Hanno
accettato il documentario molto meglio di quanto io stesso non
mi aspettassi facessero''. Lui stesso sa' di essere visto come
un outsider dalla comunità Haredim a cui ha aderito. ''Continuo
a vivere una guerra interiore, portando con me il seme dei due
mondi: quello secolare, della vita frenetica e dissoluta e
quello che ormai ho scelto 14 anni fa'', ammette. I suoi sei
figli ha voluto allevarli secondo la visione chassidica,
scegliendo di non rivelare loro il suo combattimento interiore.
Il suo prossimo lavoro, ''Happy Purim'' sarà presentato a
dicembre al festival di Gerusalemme. Si tratta di un
documentario che racconta il modo in cui festeggiano il Purim
gli ultra ortodossi. ''Dopo Sperma Sacro dovevo riscattarmi -
scherza - con la mia comunità e far vedere anche il loro modo di
divertirsi e vivere questa festività''. Girato a Gerusalemme,
per realizzarlo Gruder impiega due anni. (ANSAmed).
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Cinema: 'Sacred Sperm' avvicina ebrei ultraortodossi a laici
A Pitigliani Kolno'a Fest il mondo chassidico 'si mette a nudo'