(di Cristiana Missori)
(ANSAmed) - IL CAIRO, 11 NOV - "Dobbiamo lottare per fare in
modo che la gente torni in Egitto, un Paese bellissimo e che
adoro". A lanciare un accorato appello per fare tornare gli
stranieri nella terra dei Faraoni in una affollatissima
conferenza stampa questa mattina, in un hotel della capitale
egiziana, è Claudia Cardinale, madrina d'eccezione del Festival
del cinema del Cairo (fino al 21 novembre) su cui questa sera si
alzerà il sipario.
"Spero che i turisti tornino presto", ha detto la grande
attrice italiana che questa sera riceverà il Premio Faten
Hamama, riconoscimento, che ogni anno viene attribuito a una
personalità della settima arte egiziana o straniera.
Settantasette anni portati con grande eleganza e "senza mai
ricorrere ad alcun lifting", come lei stessa precisa rispondendo
a una delle decine di domande che i tanti giornalisti egiziani e
stranieri presenti in sala le rivolgono. La sua presenza è
infatti un evento per un Paese in ginocchio dopo l'ennesimo
colpo duro assestato al turismo in seguito alla tragedia
dell'aereo russo schiantatosi nel Sinai. In tanti le chiedono se
si sente sicura in questo momento e lei con grande eleganza,
replica: "non sento grossi cambiamenti in questa città che
conosco bene e dove sono venuta più volte". Veniva, rammenta, "a
trovare Omar Sharif, di cui ho un ricordo bellissimo. Era un
uomo fantastico e eravamo molto amici", dice. "E' con lui che ho
iniziato a fare cinema", aggiunge la star. "Con lui ho iniziato
a muovere i primi passi sul grande schermo". "Ero giovanissima,
e non volevo in nessun modo fare cinema. Fu mio padre a
spingermi e dirmi di provare". Con 'il dottor Zivago', rammenta,
"ci vedevamo spesso. A Parigi, dove vivo e dove spesso risiedeva
lui, e al Cairo". All'attivo, come lei stessa ricorda, la
Cardinale ha 153 film. Tante le pellicole con i più grandi
registi italiani. Da Otto e mezzo di Federico Fellini, al
Gattopardo di Luchino Visconti (la cui versione restaurata sarà
proiettata durante la kermesse egiziana). "Sono stati i film più
importanti della mia carriera", ricorda la "ragazza che rifiutò
di fare cinema", come la stampa italiana in un lontano Festival
del cinema di Venezia la definì, lei che veniva da Tunisi,
figlia di emigrati siciliani.
Di ruoli ne ha interpretati tanti, incarnando un nuovo modello
femminile: quello di una donna che vuole essere libera e
indipendente. "Ho sempre cercato di dare voce a chi non poteva
esprimersi,", afferma. In primis "le donne". Anche se da decenni
vive in Francia, l'Italia sembra averla sempre nel cuore. E a
chi le rivolge una domanda sul cinema italiano di oggi. Lei
quasi con soddisfazione replica nella sua lingua d'origine: "E'
un momento difficilissimo per il cinema italiano".All'estero "si
vedono pochi film rispetto al passato. Per questo motivo mi sono
battuta molto affinché si torni a fare coproduzioni". In giro -
conclude - si vedono soltanto film americani". (ANSAmed).
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Cinema:Claudia Cardinale incanta l'Egitto, "turisti tornate"
Al Cairo per Festival cinema, racconta amicizia con Omar Sharif