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Marocco: il ricamo, un'arte divenuta un tesoro

Apprezzata nel mondo arabo, ma anche da stilisti europei

Redazione Ansa

(di Diego Minuti) (ANSAmed) - ROMA, 6 AGO - Le mani corrono veloci sul tessuto, quasi nascondendo l'ago che traccia disegni complicatissimi, ma allo stesso tempo di una bellezza immediatamente percepibile, non solo dall'occhio esperto delle donne, ma anche dagli uomini che, nei secoli, sono rimasti ammaliati dall'arte marocchina del ricamo. Colori, geometrie, rimandi alla natura: è una esplosione di idee e colori il ricamo del Regno, che sta vivendo una seconda primavera di successi, anche se gli artigiani, resistendo alla tentazione di cedere alle mode, hanno saputo mantenere intatta la loro eredità culturale, pur se con elementi nuovi, ma adottati nel rispetto del passato. A onorare questa che è una vera arte è stata una rassegna, organizzata a Casablanca dal gruppo Prestigia e che, significativamente, è stata intitolata "I mille ed un ricamo", che rimanda al capolavoro della letteratura araba per tracciare la storia di un percorso storico ed insieme artigianale.

La rassegna (organizzata da Prestigia in collaborazione con Khalid El Gharib, collezionista d'arte e appassionato di storia) è un viaggio nella produzione del passato - diciassettesimo, diciottesimo e diciannovesimo secolo - grazie all'esposizione di oltre 70 capi e prodotti rarissimi: caftani (elemento irrinunciabile dell'abbigliamento per feste e cerimonie ufficiali), cinture, borse, cuscini, centrini e babucce, tutti caratterizzati da trame perfette, in cui le dimensioni non incidono perchè la bellezza è la medesima, sia che si tratti di pezzi piccolissimi, sia molto grandi, come i tendaggi arabescati. Tra i pezzi esposti, a conferma dell'universalità del ricamo, ci sono anche delle antichissime selle, che non erano quelle usate per i viaggi, ma che servivano ai proprietari per mostrare a quanto ammontava la loro ricchezza e il loro gusto per il bello.

"I mille ed un ricamo" è un omaggio ad amplissimo spettro perchè ha saputo raccogliere oggetti che sono testimonianza di storia e cultura, ma anche di come la moda, quando raccoglie consensi, spesso sfugge alla catalogazione del luogo dove nasce.

Lo conferma l'attenzione verso il ricamo marocchino di stilisti europei (come Yves Saint Laurent e Christian Lacroix) o espressione di culture lontane (come il giapponese Kenzo). Se per YSL questo amore poteva trovare una spiegazione nelle sue radici culturali (era nato ad Orano, in Algeria), in Kenzo è conseguenza dell'amore verso il bello, quale che ne sia la genesi. Il ricamo marocchino resta un prodotto assolutamente originale, anche se muta a seconda delle città dove gli artigiani hanno elaborato una loro strada nella ricerca della perfezione. Così basta andare a Fès, Tétouan, Meknès, Salé, Rabat e Marrakech per scoprire come il correre delle mani su una tela o su un pezzo di cuoio, grazie a percorsi culturali diversi, conduca immancabilmente alla perfezione.(ANSAmed).

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