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Natikì, Cenerentola immigrata tra i vicoli di Napoli

Domani in scena show con Orchestra Multietnica Mediterranea

Un momento di 'Il mio nome è Natikì'

Redazione Ansa

(ANSAmed) - Napoli - Una cenerentola contemporanea, che lotta con una matrigna-maitresse, che sogna di raggiungere il suo principe azzurro, un cantante nigeriano, e che incontrerà uno sciamano al mercato arabo che l'aiuterà con la sua magia. E' "Il mio nome è Natiki", la piece basata sulla favola di Cenerentola e che esordirà domani a Napoli alla Basilica di San Giovanni Maggiore, con la musica dell'Orchstra Multietnica del Mediterraneo. L'opera, sceneggiata dal giornalista Guido Piccoli, si basa sulla tradizione di una favola partita dall'Europa con "La gatta Cenerentola" di Giovan Battista Basile ma che trova riscontri anche nella tradizione africana, come ricordò Nelson Mandela nella sua raccolta di fiabe africane. Domani, e sabato, andrà in scena quindi una Cenerentola moderna, che scappa da un qualsiasi Paese africano in guerra, passa per i barconi di Lampedusa e arriva a Napoli dove conoscerà personaggi ambigui e prevaricatori, ma anche la possibilità di coronare il suo sogno d'amore con un cantante nigeriano che ammirava da ragazzina, in patria. "Con Natiki - spiega lo sceneggiatore Piccoli - avremmo dovuto aprire Estate a Napoli, ma di questi tempi è problematico interagire con le istituzioni, per cui abbiamo fatto da soli, in autogestione, con passione e coraggio. Il tema, per me sempre centrale, è quello delle migrazioni: Cenerentola è una ragazza fuggita dalla guerra e dalla fame, generati dai ricchi, capitata a Napoli dove cerca il riscatto e dove, come in una favola, ritroverà il suo amore". Lo spettacolo, con la direzione artistica Giovanni Guarrera, esalta le contaminazioni musicali dell'orchestra multietnica del Mediterraneo, nata negli anni '90 e attualmente composta da 15 elementi provenienti da Sri-Lanka, Capo Verde, Colombia, Liberia, Nigeria, Ghana, Mauritania, Romania, Albania, Bulgaria, Malta, e Italia. L'orchestra trae linfa vitale dai rifugiati e richiedenti asilo e si pone come base di ricerca di lavoro e riscatto sociale: il suoi repertorio attinge alla musica tipica delle regioni di appartenenza: arabo-andalusa, Klezmer, Rebetica, Turca, Balcanica, Gitana, Africana, unite alla tradizione popolare del sud-Italia. Dopo le due rappresentazioni nella Basilica di S. Giovanni Maggiore a Napoli, Natikì andrà in tour, visto che lo spettacolo è stata richiesto da diverse città italiane. (ANSAmed).

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