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Libri: strategia Isis si fonda sul marketing occidentale

Ballardini, è guerra di mercato, non scontro tra culture

Redazione Ansa

(di Francesca Bellino) (ANSAmed) - ROMA, 1 LUG - L'Isis ragiona in modo "occidentale" e ci sfida riproponendo l'ideologica capitalistica e la violenza mediatica della pubblicità nata in Occidente che oggi ritorna a noi come un boomerang. E' la teoria di fondo del documentato saggio "Isis, il marketing dell'Apocalisse" di Bruno Ballardini, esperto di comunicazione strategica (Baldini&Castoldi, pag. 288). "Al nostro etnocentrismo, l'Isis risponde specularmente, con un Califfato oltre il quale non possono esistere altre culture.

Al nostro imperialismo risponde con la globalizzazione dell'Islam. Ai nostri miti contrappone altrettanti miti, opposti e arcaici" scrive l'autore sottolineando che quello che sta avvenendo in Medio Oriente "non è uno scontro tra culture ma una guerra di mercato tra chi riuscirà a imporre il proprio pensiero unico". L'autore prova a svelare, pagina dopo pagina, come l'Isis abbia assorbito le tecniche del marketing occidentale e vi abbia costruito intorno il suo jihad in cui branding e rebranding, naming e positioning sono attività centrali, ma che poco hanno a che fare con la religione. Nulla è casule nell'offensiva mediatica dell'Isis, dalla musica scelta nei video, i nasheed, agli abiti indossati dagli ostaggi fino allo slogan "rimanere ed espandersi", e tutto è costruito per far paura perché, come sottolinea Ballardini, "l'ultima frontiera della comunicazione e del marketing è la paura". Ma attenzione, avvisa l'autore, "il mondo non può sentirsi militarmente minacciato da poche decine di migliaia di fanatici". E aggiunge: "Per quanto più relativamente più piccola dell'Isis, l'unica forza veramente pericolosa rimane Al-Qaeda".

(ANSAmed).

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