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Mohamed, il calligrafo che racconta l'Islam con la scrittura

A Palermo per partecipare alla Settimana delle cultura tunisina

Redazione Ansa

(ANSAmed) - PALERMO, 30 APR - Dalla medina di Sousse a Palermo, ammalia i suoi clienti con la calligrafia araba, un'arte antica che si avvale delle consonanti dell'alfabeto arabo e di forme ricercate e che si intreccia con la storia della conservazione e diffusione del Corano. Mohamed Sahbi Ellouzi, 52 anni, in questi giorni a Palermo per la settimana della cultura tunisina che si conclude oggi, di questa arte appresa all'Università ne ha fatto una professione che lo porta in giro per il mondo. Bastano semplici strumenti, una penna fatta di canna secca e dell'inchiostro nero oppure colorato, per dare vita a delle vere e proprie forme d'arte. "In genere - racconta Mohamed - mi chiedono di scrivere il nome in arabo, una pratica che non ha a che vedere con la religione islamica ma che ha riscosso successo in Europa. In una recente fiera a Parigi c'era una lunga coda di gente che desiderava il proprio nome scritto in arabo. Per i nomi utilizzo la scrittura diwani, un corsivo molto elegante e decorativo che risale ai primi Turchi ottomani". Nel mondo arabo antico, il calligrafo godeva di una posizione d'onore e di dignità al di sopra del pittore. Non a caso, nei libri arabi di storia e di letteratura, sono tramandati i nomi di diversi calligrafi mentre non sono citati architetti, pittori o artigiani. "Per gli arabi, amanti della poesia e della parola, - spiega Mohamed - la calligrafia è stata la materializzazione visiva del più bel linguaggio mai sentito, quello del Corano. Da qui l'importanza che la calligrafia araba ricopre nei Paesi islamici. Oggi la calligrafia viene utilizzata anche per fini non spirituali". "Con questo lavoro giro il mondo - conclude il calligrafo tunisino - e nello stesso tempo mantengo la mia famiglia che si trova in Tunisia. Sono sposato e ho quattro figli maschi. Alcune volte sono preoccupato per il futuro dei mie figli e del mio Paese. Ero in Francia e ho pianto quando ho appreso la notizia dell'attentato terroristico al museo del Bardo. La Tunisia è un Paese pacifico e non meritava questo colpo basso". (ANSAmed).

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