(di Virginia Di Marco)
(ANSAmed) - ROMA, 26 GEN - I ricordi di nonni e zii tornano
in vita attraverso la voce dei nipoti. E' successo ieri, al
centro Pitigliani, storico punto di riferimento culturale della
comunità ebraica romana, durante la quarta edizione di "Memorie
di famiglia". Qui, davanti a una sala gremita e commossa, una
decina di ragazzi e bambini si sono alternati sul palco,
leggendo diari, lettere e testimonianze scritti al tempo della
persecuzione razziale e durante gli anni di guerra. Le leggi
razziali, l'inizio del conflitto, l'armistizio, le deportazioni
e infine l'arrivo degli alleati si sono trasformati da pagine di
storia in storie di famiglia.
Tra le testimonianze particolarmente significative, quelle
che raccontano lo smarrimento degli ebrei dopo l'8 settembre. La
gioia per l'annuncio via radio dell'armistizio, gli scettici
"derisi come uccelli del malaugurio" e infine l'amara presa di
coscienza: l'incubo è dolorosamente lontano dalla sua fine.
"Tutto diventa caos, circolano le voci più insensate e
contraddittorie". Ma una cosa appare chiara: i tedeschi "hanno
intenzioni aggressivissime". A quel punto, la domanda ricorrente
tra le righe scritte a mano e nelle menti confuse e spaventate
degli ebrei romani di allora è "che fare?": cercare rifugio a
Roma? Nascondersi in qualche paesino di campagna?
E poi, ancora: la beffa crudele dei 50 chilogrammi d'oro,
richiesti il 26 settembre 1943 dal comando tedesco agli ebrei
romani, pena la deportazione di 200 capifamiglia. Le pagine
lette ieri dicono tutta la speranza riposta in quella raccolta
d'oro. Ma già pochi giorni dopo appare evidente che l'oro
consegnato non avrebbe salvato nessuno: "I tedeschi ci avevano
ingannati".
Di ricordo in ricordo, si arriva alla razzia del ghetto (16
ottobre 1943) in cui 1024 ebrei romani furono rastrellati e
deportati. Subito prima di partire, in tanti gettarono biglietti
dal treno che li avrebbe condotti ai campi di concentramento,
nella speranza che qualcuno li raccogliesse e li consegnasse ai
destinatari. "Partiamo per la Germania rassegnati e sereni" dice
uno di questi messaggi.
Infine, spicca l'estratto del diario di una signora tedesca,
moglie di un soldato nazista, che racconta da una prospettiva
rovesciata l'avanzata degli americani in Germania e la sconfitta
del Reich. La famiglia dell'autrice era presente in sala. "Siamo
molto commossi perché ci avete accolti tra di voi oggi: grazie
per questa grande prova di fiducia che ci date", ha dichiarato
la figlia della diarista, con accento tedesco e voce rotta
dall'emozione.(ANSAmed).
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Giorno memoria: ebrei romani ricordano Shoah con diari nonni
Le testimonianze di chi subì lette da nipoti e pronipoti