Rubriche

Cinema: vita quotidiana a Gaza, oltre la guerra

In sala domani il docu pluripremiato 'Striplife. Gaza in a Day'

Redazione Ansa

(di Francesco Gallo) (ANSAmed) - ROMA, 14 GEN - Esce in sala domani, distribuito da Lab 80, 'Striplife. Gaza in a Day', film corale e pluripremiato che racconta il quotidiano nella Striscia di Gaza.

In primo piano la vita di ogni giorno di uomini e donne qualsiasi per raccontare, una volta tanto, la realtà della Palestina non attraverso il filtro della guerra. Il film, che ha raccolto riconoscimenti in numerosi importanti festival internazionali - tra cui il Torino Film Festival, Mar del Plata in Argentina e il circuito Doc Alliance con Lipsia, Marsiglia, Monaco, Lisbona e Jihlava - è stato realizzato da cinque registi italiani (Nicola Grignani, Alberto Mussolini, Luca Scaffidi, Valeria Testagrossa e Andrea Zambelli). Sette i protagonisti.

Tra loro, un giovane rapper, una giornalista tv, un fotografo, un vecchio contadino, due allevatrici. E poi ci sono i pescatori della spiaggia di Gaza City e un gruppo di ragazzi che fanno parkour.

"Con questo lavoro abbiamo voluto guardare la Palestina in modo diverso - spiega Andrea Zambelli, uno degli autori del film -. L'idea della quotidianità favorisce un'identificazione tra lo spettatore e i protagonisti, ben diversa dalla distanza che creano le consuete immagini di guerra".

Tra le scene cult del docu il misterioso ritrovamento di decine di mante arenate sulla spiaggia all'alba, evento che crea scompiglio e frenesia tra i pescatori; la maniacale cura con cui la telegiornalista Noor si prepara per andare al lavoro; la passione per il rap proibito di Antar, che nel pomeriggio deve registrare il suo primo disco; l'instancabile dedizione per la fotografia di Moemen e, ancora, la fatica di Jabber, contadino che lavora vicino al confine e le surreali piroette in un vecchio cimitero dei ragazzi del Gaza Parkour Team.

"Insieme a noi hanno lavorato anche alcuni videomaker palestinesi, con cui abbiamo condiviso idee, competenze, storie e visioni - dice Valeria Testagrossa -. Per questo ci sentiamo di dire che il nostro non è un film su Gaza, ma un film con Gaza. E siamo molto felici che esca in sala: il cinema, grazie alla sua capacità di favorire l'immedesimazione, è lo strumento migliore per avvicinare il pubblico alla realtà vera della Striscia, andando oltre gli stereotipi e i racconti che generalmente vengono proposti dai media". Il film, prodotto dal basso da Teleimmagini grazie ad un lavoro di crowdfunding, con il supporto di Vivo Film.(ANSAmed).

Leggi l'articolo completo su ANSA.it