(dell'inviata Patrizia Antonini)
(ANSAmed) - PARIGI, 13 GEN - Maometto versa una lacrima dalla
copertina di Charlie Hebdo e mostra un cartello con la scritta
"Je suis Charlie", mentre sulla sua testa campeggia la frase
"Tout est pardonné": "E' tutto perdonato". I 'sopravvissuti'
della redazione del settimanale satirico francese non rinunciano
al "diritto di essere blasfemi". Ma la sfida della prima pagina
in uscita mercoledì - la prima dopo la strage dei giorni scorsi
- ha un tono soft, quasi poetico, come svela l'anticipazione via
Twitter di Libération, il giornale che ha dato loro asilo. La
rivista torna in edicola dopo il massacro con le sue nuove
vignette addirittura in tre milioni di copie (rispetto alle
60mila abituali), tradotta in sedici lingue e distribuita in
tutto il mondo. L'obiettivo - ancora una volta - è quello di far
ridere. "Spero che le copie vendute siano anche più di un
milione. Questi fascisti religiosi devono capire su cosa hanno
sparato". Il caporedattore Gerard Biard lo ripete più di una
volta: il numero 1178 "avrà lo stesso tono di tutti quelli che
abbiamo fatto fino ad oggi. Non ci saranno necrologi o spazi
vuoti. Ma disegni e testi inediti".
Incontriamo Biard all'11 di rue Béranger, sotto la sede del
quotidiano Libération, che ora, come nel 2011 quando Charlie
Hebdo fu vittima di un altro attentato (in cui non ci furono
vittime), gli ha aperto le porte. "Come quello che facciamo ogni
settimana da oltre 20 anni - spiega il caporedattore - sarà un
numero con cui cercheremo di far ridere, perché questo è quello
che sappiamo fare meglio. Abbiamo iniziato a lavorarci da
giovedì, all'indomani dell'attentato. Proveremo ad esprimere le
nostre idee, e quando parlo di nostre idee significa di tutta la
redazione, compresi quelli che non ci sono più. Sarà il giornale
che conoscete. Avrà 16 pagine. Lo stesso che è sempre stato, e
spero sarà sempre, anche se non sarà possibile ignorare 17
morti".
Davanti alla redazione, dove l'ingresso principale è chiuso
per motivi di sicurezza, e l'uscita secondaria è presidiata da
poliziotti con i mitra spianati, qualcuno ha legato una rosa
rossa ed un cartello al tronco di un albero, con la scritta: "Il
delitto di blasfemia è stato abolito nel 1789". "Siamo contenti
per la marcia repubblicana - dice Biard che all'avvenimento
dedicherà le due pagine centrali, come avviene di solito per i
reportage di cronaca -. Negli ultimi anni ci siamo sentiti un
po' soli in questa lotta. E non vorremmo che fosse un fuoco di
paglia. Ci piacerebbe si capisse che la religione deve restare
nello stretto dominio dell'intimità, altrimenti non la finiremo
mai col fascismo religioso. La laicità è il solo valore che
permette l'esercizio della democrazia". Parlando della
manifestazione, il caricaturista Luz, che si definisce
"oscurantofobo", non riesce a trattenersi. "Tutti quei politici
alla marcia, l'ho trovata una situazione surreale.
Improvvisamente mi sono trovato davanti tutti i miei personaggi,
l'assurdità contro cui tutti noi di Charlie lottiamo. Poi c'è
stato un piccione che ha 'bersagliato' Hollande su una spalla,
mi ha fatto ridere. Mi ha strappato all'emotività. E la
situazione è diventata ancora più assurda quando qualcuno si è
avvicinato al presidente, l'ha abbracciato e ne ha tolta un po'.
Dentro di me ho ringraziato quel piccione. E' il benvenuto nella
nostra redazione". Il disegnatore olandese Bernard Willem
Holtrop, in arte Willem, suona ancora più corrosivo: "Ho visto
che abbiamo molti nuovi amici, come il Papa, la Regina
Elisabetta e Putin. Questo mi fa ridere davvero". Ma non c'è più
tempo per parlare. Il numero deve essere chiuso entro le 20.
(ANSAmed).
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Maometto piange su Charlie Hebdo, "Je suis Charlie"
Numero in 3 milioni di copie e 16 lingue, "E' tutto perdonato"