(di Elisabetta Stefanelli)
(ANSAmed) - ROMA, 13 GEN - "La libertà non ha limiti. Quel
che fanno a Charlie Hebdo non lo fa nessun altro giornale in
Francia, sono i soli che osano. Personalmente rispetto molto il
lavoro e lo trovo fonte d'ispirazione". A parlare, in
un'intervista all'ANSA, è Amina, la blogger tunisina che
postando su Facebook una sua emblematica immagine a seno nudo
nel 2013 è diventata il simbolo di una generazione che, dopo
aver partecipato alla Primavera araba, cerca di percorrere fino
in fondo la strada della libertà. Ma che a chi le chiede se è
andata alla grande manifestazione di domenica, risponde: "Non
posso camminare dietro Netanyahu, la Merkel, il re di
Giordania...". Amina Sboui, nota anche come Amina Tyler, ha
appena 19 anni, si è allontanata dal movimento delle Femen che
aveva abbracciato in un primo momento, ha vissuto eventi
tragici, è stata in prigione da dove ha continuato la sua
battaglia di giustizia e ora vive a Parigi cercando di condurre
un'esistenza normale dopo il ciclone che l'ha travolta. Tutto
questo lo racconta nell'intensa autobiografia, 'Il mio corpo mi
appartiene", che esce in questi giorni in Italia per Giunti, e
che ripercorre le tappe di quello che è stato un caso
internazionale ma è anche la storia intima e drammatica di una
ragazza ribelle che è rimasta delusa dalla politica del suo
paese, dalla sua famiglia, dai suoi affetti più cari. E che non
vuole tacere.
Come giudichi quello che è successo in questi giorni a
Parigi? Uno dei killer dice di aver agito in difesa dei
musulmani e della Palestina, anche tu un tempo volevi
manifestare per la Palestina, che cosa pensi in proposito? "E'
scioccante e doloroso - spiega Amina all'ANSA -, l'avrà pur
fatto per difendere i musulmani, ma anch'io domani potrei
commettere un gesto orribile e dire che lo faccio per difendere
una qualunque comunità! A sentire lui ha vendicato il profeta,
in realtà non ha fatto che complicare la vita dei musulmani in
Europa". Dopo quello che è successo, e con l'allerta ancora
alto, ti senti meno sicura a Parigi? "No. Vivo come prima e
invito tutti a farlo, perché lo scopo di ogni atto terroristico
è impaurire le persone: non dobbiamo aiutare questi pazzi a
raggiungere il loro obiettivo". Che cosa pensi dovrebbe fare
l'Europa per evitare questi episodi ed aiutare il dialogo?
"Bisognerebbe sorvegliare le moschee e anche le persone che sono
state incarcerate: le prigioni in Europa stanno diventando campi
di addestramento, molti dei comportamenti cui stiamo assistendo
oggi sono maturati in carcere", sostiene ancora Amina. La
battaglia che hai portato avanti è una battaglia di libertà
molto coraggiosa, pensi che anche la satira sia un'espressione
di libertà oppure a tuo avviso esistono dei limiti che vanno
rispettati? "Penso che non debbano esserci limiti. Non puoi dire
a qualcuno 'sei libero di fare ciò che vuoi, ma questo no': la
libertà non ha limiti. Quel che fanno a Charlie Hebdo non lo fa
nessun altro giornale in Francia, sono i soli che osano.
Personalmente rispetto molto il lavoro e lo trovo fonte
d'ispirazione". Perché hai deciso di mettere letteralmente a
nudo, dopo il tuo corpo, anche la tua vita in questa
autobiografia in cui racconti episodi molto intimi e drammatici,
come quelli delle violenze che hai subito da bambina? "Perché
spesso le persone hanno paura ad affrontare l'argomento, non ne
hanno il coraggio; l'ho fatto per spingerle a parlare, per non
farle sentire sole". Nella tua autobiografia descrivi in modo
molto duro tua madre, mentre sei più clemente con tuo padre,
quali pensi che siano le responsabilità delle donne nel mondo
arabo e che cosa consigli alle ragazze che sono rimaste nel tuo
paese? "Le donne sono più rigide perché hanno vissuto il
sessismo, il patriarcato e l'ingiustizia; questo le spinge a
essere più prudenti, a desiderare che le loro figlie facciano
senza discussioni quel che la società impone. Anche mia madre è
fatta così. A tutte loro io consiglio di parlare, di non
abbassare la testa, di essere forti". Che cosa fai ora? Cosa
pensi di fare nella vita? "Per il momento sono al liceo; in
futuro vorrei scrivere un secondo libro, fondare un movimento,
avviare in Tunisia un progetto per le donne che escono di
prigione".(ANSAmed).
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Charlie Hebdo: blogger Amina, la libertà non ha limiti
Attacco a Parigi non fa che complicare la vita dei musulmani