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L'Italiano, molto amato nel Med, ma in difficoltà

Due giorni di dibattito della Comunità radio-tv italofona

Il seminario della Comunità radio TV italofona

Redazione Ansa

(ANSAmed) - ROMA, 12 DIC - L'Italiano è molto amato, studiato e visto positivamente in tutto il Mediterraneo, lingua "di pace" e di "coinvolgimento", ma è anche una lingua "in crisi" che va difesa, promossa, resa più dinamica ed attuale: questi alcuni degli spunti emersi nella due giorni di lavori organizzata dalla Comunità radiotelevisiva italofona (Cri) con il titolo "La lingua italiana sulla frontiera - Italiano, ponte tra le culture nel Mediterraneo".

Un seminario - tenutosi alla sede della Rai di viale Mazzini, con ANSAmed media partner - che per la sua terza edizione ha visto la numerosa partecipazione di accademici, giornalisti, operatori culturali dall'Italia e dalla regione mediterranea, addetti ai lavori che si sono confrontati partendo da un elemento comune: la passione per la lingua italiana e la determinazione a promuoverla all'estero. Ieri, nella sessione 'L'Italiano sulle onde del Mediterraneo', in molti degli interventi - da quello del presidente della Cri Dino Balestra, a Loredana Cornero, segretaria generale della Comunità, a quello della rettrice dell'Università per stranieri di Siena - è stata evidenziata la necessità di mezzi e scelte adeguate per sostenere la lingua, la sua tutela ed il suo insegnamento, anche a fronte della forza di penetrazione della lingua inglese e delle ristrettezze finanziarie legate alla crisi economica. La rilevanza dell'italiano e della cultura che lo accompagna per i maltesi è stata illustrata ad esempio dal presidente della tv pubblica Pbs di Malta; Patrizio Nissirio di ANSAmed ha sottolineato il ruolo dei giornalisti per la scrittura di un italiano corretto che non sia punteggiato di parole inglesi ed anglismi non necessari, come accade sempre più spesso; Isabella Donfrancesco ha spiegato l'attività di Rai Cultura, e la sua azione anche in favore della lingua italiana.

La giornata odierna, che ha anche visto la presentazione del libro su 'Pietro Parisi- Un cuoco contadino, i volti della sua terra', è stata dedicata al tema 'Perché conoscere l'italiano è un plusvalore?' con le testimonianze di giornalisti e docenti stranieri che usano l'italiano nei loro paesi, dal greco Tassos Mavris, alla marocchina Malika Eddakhch, alla tunisina Feten Fradi, all'egiziana Halima Khattab, che hanno raccontato le loro esperienze professionali, ma anche personali, di passione e lavoro con l'Italiano. Aperta dalla scrittrice italoafricana Igiaba Scego - che ha sottolineato la necessità di aprire l'italiano al meticciato culturale del Mediterraneo ed oltre, la mattinata è stata chiusa dal linguista e conduttore della trasmissione di RadioRai 3 La lingua batte Guseppe Antonelli che ha posto l'accento sul ruolo antico - e da rilanciare - dell'italiano come lingua franca di commerci e scambi "anche accogliendo errori e storpiatura dai parlanti di altri paesi, fino a farne un 'italianeo', l'italiano del Mediterraneo".

(ANSAmed).

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