(ANSAMED) - ROMA, 27 NOV - La vita nei Cie, i Centri di
Identificazione ed Espulsione per gli immigrati, e' un limbo,
non solo per chi ci viene "recluso" perche' irregolare, ma anche
per i familiari. E' questo il cuore della narrazione del
documentario di Matteo Calore e Gustav Hofer, dal titolo
"Limbo", presentato oggi in Sala delle Colonne della Camera dei
Deputati a Roma.
Il punto di vista scelto dai due autori e' quello dei parenti
degli immigrati, spesso residenti in Italia gia' da molti anni
che, in scadenza del permesso di soggiorno, diventano irregolari
e, in seguito a controlli di routine, vengono separati
improvvisamente da figli, mariti, fratelli, portati nei Cie e
mandati via dall'Italia.
"Limbo" racconta le storie di Alejandro, Bouchaib, Karim,
Peter. Sono storie di attesa, rabbia, speranza, paura, ma
soprattutto storie condizionate dei limiti della legge italiana
in tema di migrazione. "Siamo felici di parlare oggi di questo
tema, dopo essere riusciti a istituire la Commissione di
inchiesta parlamentare che ci dara' la possibilita' di fare un
giro per l'Italia e capire come funziona, e come non funziona,
il sistema dell'accoglienza nel nostro Paese", ha detto Khalid
Chaouki, deputato PD, aprendo l'incontro alla presenza dei
registi.
A Chaouki ha fatto eco il messaggio della Presidente della
Camera, Laura Boldrini, letto dal deputato Florian Kronbichler
(Sel): "Comunico il mio apprezzamento agli autori dell'opera.
Conosco le storie e i drammi che sono al centro di "Limbo", ma
in questa legislatura esiste una sensibilita' nuova sul tema
della migrazione che ci ha portato la scorsa settimana ad
approvare la Commissione che si occupera' di capire come
funzionano Cie e Cara (Centri di Accoglienza per Richiedenti
Asilo)".
"Abbiamo cominciato a lavorare a questo documentario due
anni fa - hanno spiegato gli autori - e le difficolta' sono
state tante, a cominciare dall'accesso ai centri fino a
convincere immigrati e parenti a raccontarsi. Quello che viene
fuori da queste storie, oltre alla condizione inumana e
inaccettabile in cui i reclusi sono costretti a vivere, senza
materassi, coperte, acqua calda, e' che la loro "detenzione", ed
eventuale espulsione, ha gravi ripercussioni anche sulle loro
famiglie, che spesso vivono con un unico reddito, quello del
recluso".
"Sono dunque i familiari - hanno proseguito gli autori - a
scontare le pene della confusione che esiste a livello politico
e legislativo. Quasi mai ci sono famiglie regolari o irregolari,
ma nella stessa famiglia vivono componenti regolari e altri
irregolari, a periodi alterni". L'auspicio è dunque, hanno
concluso, che "si riesca presto a cambiare la legislazione".
Il documento, il cui soggetto e' firmato dal regista Andrea
Segre, anche produttore del film con ZaLab, sara' distribuito
nel mese di marzo a partire dalle citta' in cui sono presenti i
Cie: Roma, Torino, Bari, Caltanissetta e Trapani. (ANSAmed)
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Cinema: i Cie, un 'limbo' che divide anche le famiglie
Storie di attesa e paura in documentario di Calore e Hofer