(ANSAmed) - RABAT, 25 NOV - È da sempre convinto che la musica
sia "linguaggio di fratellanza". Anche per questo, Uto Ughi si
esibisce a Rabat, il 27 novembre, ospite dell'ambasciata
d'Italia e dell'istituto italiano di cultura in Marocco. Al suo
terzo concerto per le celebrazioni del semestre di presidenza
italiano del Consiglio dell'Unione Europea, il violinista sarà
sul palco del Théatre National Mohammed V, accompagnato dal
pianoforte di Bruno Canino (inizio concerto ore 20) .
"Suono musica italiana, francese, russa, ungherese e per
finire, Paganini", anticipa il maestro che, in nome dell'Europa,
ha già tenuto concerti a Mosca e Bucarest per questo semestre
italiano. Un programma tutto europeo, con brani di Bèla Bartòk,
Giuseppe Tartini, César Frank, Camille Saint-Saens e Paganini,
in uno spartito ideale che abbraccia la cultura musicale dal
'600 fino ai primi del '900: "Avrò di fronte un pubblico attento
e cordiale, come mi è già capitato qui, in Marocco, proprio a
Rabat, qualche anno fa. Del resto, la cultura, e la musica in
particolare, si diffonde e si mescola con voci diverse in un
linguaggio che è universale". E a proposito di questo concerto
in terra d'Africa, dice: "Il mondo arabo mi affascina, ma siamo
pur sempre nel bacino del Mediterraneo, in una zona che è stata
anticamente anche sotto la dominazione romana. Non è possibile
parlare di tradizioni distanti, non è utile cercare differenze.
Puntiamo invece sulle note comuni: uno scambio con l'Occidente
sarebbe molto istruttivo". Da sempre critico con le istituzioni,
Ughi punta l'archetto contro "il distacco" tutto italiano per la
musica e l'arte. "Rivestiamo i teatri di moquette senza
preoccuparci dell'acustica", sottolinea. E nel Paese della
musica, accusa, "lasciamo che la sua storia esca dalle scuole;
da noi in Italia il momento è drammatico. Proporrò un festival
di musica occidentale a Fes, città del Marocco che amo molto e
che da sempre ama la musica". (ANSAmed).
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