(ANSAmed) - ATENE, 13 NOV - Il Colosso di Rodi, l'imponente
statua di bronzo ritenuta una delle 'sette meraviglie' del mondo
antico che 22 secoli fa si ergeva all'imbocco del porto
dell'omonima isola greca, potrebbe tornare ad innalzarsi in
tutto il suo splendore. Lo riferisce oggi la stampa ateniese
citando dichiarazioni di Fotis Hatzidiacos, sindaco di Rodi, il
quale ieri ha presentato a Parigi una mostra dedicata alla
storia dell'isola, che si aprirà domani nelle sale del Louvre.
Di tanto in tanto, da ormai 30 anni, si torna a parlare di
ricostruire la gigantesca statua, sogno di numerosi sindaci che
si sono succeduti alla guida dell'antica città fortificata nel
Mediterraneo, ma il progetto non è mai andato in porto
soprattutto a causa di mancanza di adeguati finanziamenti e
anche per le mai taciute perplessità del ministero della Cultura
ellenico. L'ultimo tentativo risale al 2000, quando la
municipalità di allora lanciò un bando di concorso
internazionale per ricostruire il Colosso, ma il progetto non
andò in porto.
Hatzidiacos però non intende darsi per vinto. "Siamo in
contatto con diversi scienziati e rimane da stabilire il luogo
dove innalzare la statua", ha detto il sindaco, annunciando che
per la prossima primavera è stato convocato a Rodi un congresso
internazionale per discutere su come realizzare un nuovo Colosso
simile a quello che fungeva da faro all'imbocco del porto
dell'isola e che fu distrutto 2.200 anni fa da un terremoto.
Il Colosso venne eretto dagli abitanti di Rodi in onore di
Elios - il dio Sole dell'antichità - dopo aver vittoriosamente
respinto il lungo assedio di Demetrio, figlio di Antigone,
all'inizio del IV secolo a.C. Per realizzare la statua furono
utilizzate - fondendole - tutte le armi di bronzo dei nemici
raccolte sul campo di battaglia. Lo scultore che si assunse
l'onere e l'onore di realizzare l'opera divenuta immortale fu,
nel 290 a.C., Carete di Lindo il quale aveva appreso il mestiere
dal padre Lisippo.
Il suo Colosso - come ci hanno tramandato le cronache
dell'epoca - si innalzava per oltre 30 metri (fra i 32 e i 33 a
seconda delle fonti) su una base alta circa 17 metri proprio
all'ingresso del porto di Rodi, all'epoca era uno dei maggiori
centri commerciali e culturali del Mediterraneo. Nonostante
fosse estremamente solido (era fatto di bronzo rinforzato con
una armatura di legno), l'enorme statua crollò come un castello
di carte a causa di un violento sisma che colpì l'isola circa 60
anni dopo la sua costruzione (227 a.C.).
I frammenti metallici della statua rimasero per centinaia di
anni nel posto dove si era abbattuta finché gli arabi, nel VII
secolo d.C., conquistarono l'isola e - trovati i resti - li
ridussero in pezzi più piccoli per venderli sul mercato dei
rottami.
Non si è mai saputo come fosse in realtà il Colosso di Rodi
ma, secondo ingegneri ed architetti moderni, sembra impossibile
che l'enorme statua - come rappresentato in numerose stampe
antiche - fosse stata eretta a cavalcioni dell'ingresso del
porto di Rodi, con arco e faretra sulle spalle e innalzando
sopra la testa un bracere sempre acceso a mo' di faro per le
navi in arrivo. (ANSAmed).
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Grecia: ricostruire Colosso di Rodi? Se ne torna a parlare
Alto 33 metri era una delle 'sette meraviglie' dell'antichità