Rubriche

Musica: torna in Italia la band libanese Mashrou'Leila

Arriva sound indie-pop che ha unito giovani da Egitto a Israele

La copertina di Rolling Stone edizione Usa dedicata ai Mashrou' Leila

Redazione Ansa

(ANSAmed) - ROMA - Un sound originale ed energico, più di duecentomila fan su Facebook, un singolo che ha superato il milione di visualizzazioni su YouTube e un seguito di culto in tutto il mondo che ha fatto loro conquistare anche la copertina di Rolling Stone. Sono i Mashrou'Leila, la band indie-rock simbolo della cosiddetta Primavera araba, che da domani sera saranno nuovamente in Italia dove si esibiranno a Mestre, per poi proseguire il 7 al Barezzi festival di Parma e il 9 a Milano. Mashrou leila, ovvero il ''progetto di una notte'', nasce nel 2008 tra i banchi del dipartimento di Architettura e Design dell'Università americana di Beirut, quando il violinista Haig Papazian, il chitarrista Andre Chedid e la tastierista Omaya Malaeb lanciano un appello a formare una jam session, per esorcizzare l'instabilità della situazione politica del loro Paese. L'anno successivo, registrano il loro primo disco. Con il loro soud travolgente sono riusciti a creare negli anni un incredibile movimento giovanile trasversale che va dal Libano al Marocco, passando per Giordania, Palestina, Egitto, Tunisia e persino Israele. ''Eravamo gli unici - racconta in una recente intervista il cantante del gruppo, Hamed Sinno - a cantare in arabo e a comporre soli il nostro repertorio. Critica sociale e voglia di libertà''. Per avere fatto outing e avere parlato di omosessualità, tema tabù nel mondo arabo - compreso il Libano - Sinno è diventato un'icona generazionale per i due sessi. Per scansare la censura scelgono di rifiutare i meccanismi delle major, nel 2011 esce El Hal Romancy, sei canzoni di lotta contro l'oppressione del governo libanese, e nel 2013 Raasuk, nato grazie al contributo dei fan tramite Zoompal, la prima piattaforma di crowdfunding del mondo arabo. I cinque artisti libanesi non si sono però fermati qui. Hanno lanciato un appello per chiedere, attraverso la musica, una diversa rappresentazione dello sviluppo culturale arabo e di ascoltare i bisogni delle persone. Grazie a Twitter, poi, hanno spopolato con l'hashtag #occupyarabpop, forte presa di posizione contro la cultura pop stereotipata, raccogliendo in poche settimane 66.000 dollari. Con tre dischi all'attivo, tra il 2013 e il 2014 i Mashrou' Leila si sono esibiti all'Apollo di Barcellona, The Garage (Londra), al New Morning (Parigi), al Metropolis (Montréal), al Roman Theatre (Amman), al Festival Liban Jazz (Beirut), all'Hotel de Ville di Parigi, al Babylon (Istanbul), a Le National (Montréal), a La Cigale (Parigi), al Royal Muhammad Ali Club (Il Cairo), La Maroquinerie (Parigi), al Paradiso (Amsterdam), al Big Day Out Rock Festival (Doha), al DU World Music Festival (Dubai) e a Firenze, nell'ambito del Middle East Now, il festival dedicato al cinema del Medio Oriente.

(ANSAmed).

Leggi l'articolo completo su ANSA.it