(di Cristiana Missori)
(ANSAmed) - ROMA, 28 OTT - "Stato civile, donne ed educazione
senza discriminazioni". Laicismo, modernità e cultura per tutti:
uomini, donne, ricchi, poveri, delle città o delle campagne.
"Solo così l'Egitto potrà venirne fuori". A parlare è il
ministro della Cultura egiziano, Gaber Asfour, che oggi
pomeriggio a Roma ha incontrato il collega Dario Franceschini.
"La vera sfida - sostiene - è convincere la gente a cambiare
mentalità, serve una 'nuova' cultura". Apertura e modernità
versus "chiusura, fondamentalismo e integralismo'', dice.
In visita nella capitale dove stasera inaugura una mostra
dedicata a Tutankhamun, all'Accademia d'Egitto, Asfour illustra
la sua ricetta: garantire la cultura a tutti i cittadini, "senza
discriminazioni" e "per combattere il fanatismo'' che ha pervaso
una parte della società egiziana. Un'operazione tutt'altro che
semplice, ammette, ma che va portata avanti parallelamente alla
lotta al terrorismo.
Importante critico letterario, docente di letteratura araba
all'Università del Cairo, Asfour è stato allievo del grande
scrittore Taha Hussein. Nel 2011, a inizio rivoluzione, l'ex
rais Hosni Mubarak, lo nomina ministro della Cultura. Un
incarico che dura poco più di una settimana. Sommerso dalle
polemiche del mondo artistico e intellettuale, Asfour si
dimette. Ufficialmente per motivi di salute.
Dallo scorso giugno è tornato a guidare il dicastero,
accettando la nomina da parte del premier Ibrahim Mahlab. ''Ho
assunto l'incarico - racconta - certo di potere portare questa
nuova visione nel Paese''. Nel suo programma, c'è anche la
valorizzazione dei musei minori del Paese: una ventina in tutto
l'Egitto. ''A breve i loro patrimoni saranno in rete e quindi
consultabili in tutto il mondo''. Un modo per fare conoscere il
loro contenuto al grande pubblico.
Con l'Italia le relazioni culturali sono intense. Dall'Anno
dell'Egitto in Italia (2015) a quello dell'Italia in Egitto
previsto per il 2016, i cui perni centrali saranno
rispettivamente l'Accademia d'Egitto di Roma e l'Istituto
italiano di Cultura del Cairo.
Il campo a cui tiene forse di più il ministro egiziano e su
cui intende spingere è però quello della traduzione letteraria.
L'idea, spiega Asfour, è di fare conoscere i veri mostri sacri
della letteratura egiziana. "Da non confondere con autori di
best seller, tradotti in tutto il mondo". Il riferimento è a
Alaa Al-Aswani - autore di vari romanzi tra cui Palazzo
Yacoubian e il più recente Cairo Automobile Club - molto noto in
Italia, con cui Asfour, da critico, è stato impegnato in
un'annosa polemica. ''Serve un lavoro profondo per diffondere i
grandi scrittori egiziani e favorire la traduzione dall'arabo
all'italiano e viceversa''.
Altri settori in cui rafforzare i rapporti, e che dovrebbero
rientrare nel Memorandum d'Intesa in fase di elaborazione tra
Italia e Egitto, sono in ambito artistico: "La messinscena
dell'Aida alle piramidi (dove sono coinvolte maestranze
italiane, ndr), il 16 dicembre prossimo, non è che il primo
passo", avverte. Cosi' come la cooperazione in campo museale,
"con scambi tra esperti" e di buone pratiche, anche tramite "la
creazione di un nuovo istituto per la gestione amministrativa
dei beni culturali al Cairo, grazie al sostegno dell'Italia".
Il 30 ottobre Asfour sarà al Vittoriano, a Roma, dove
verranno esposte alcune opere di giovani artisti egiziani ospiti
all'Accademia d'Egitto e alcuni reperti della mostra di
Tutankhamon, nell'ambito dell'iniziativa ''Roma verso Expo'', un
ricco programma di mostre, conferenze e incontri che consente ai
Paesi aderenti all'esposizione universale di Milano di
presentare progetti e promuovere la propria immagine. (ANSAmed).
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Egitto: ministro a Roma, cultura per tutti contro fanatismo
Asfour incontra Franceschini, più traduzioni in arabo e italiano