(di Furio Morroni)
(ANSAmed) - ATENE, 24 OTT - Il famoso ed enigmatico 'Disco di
Festo', datato ad almeno 4000 anni prima dello sviluppo della
scienza informatica, non sarebbe altro che il primo CD-Rom mai
realizzato e - secondo gli scienziati che sostengono di averlo
finalmente decifrato - conterrebbe una preghiera alla Grande
Madre, la divinità più diffusa in quell'epoca nel bacino
Mediterraneo. A sostenere questa nuova teoria è, come riferisce
il sito Archaeology News Network, il dottor Gareth Owens,
dell'Istituto di studi tecnologici (Ted) di Creta, che afferma
di aver finalmente decodificato i segni che vi sono incisi.
Per quasi un secolo molti altri esperti hanno cercato di
comprendere il significato delle iscrizioni sul disco e questo è
l'ennesimo tentativo di interpretare ciò che i suoi 241 glifi,
composti da 45 simboli unici tracciati a spirale su entrambi i
lati, significano.
Owens ritiene di aver individuato due parole-chiave: "madre
incinta" e "signora molto importante". Il passo successivo sarà
quello di svelare il significato specifico di ogni glifo - tra
cui quelli che sembrano rappresentare una testa piumata, un
bambino e un alveare - così come il loro antico utilizzo.
Il disco di Festo venne ritrovato il 3 luglio 1908 nel sito
archeologico dell'omonima città sull'isola di Creta, sotto un
muro di un palazzo minoico. Il reperto fu riportato alla luce da
una spedizione archeologica italiana guidata da Luigi Pernier e
Federico Halbherr. È un disco di terracotta di 15 centimetri di
diametro e 16 millimetri di spessore e la datazione
stratigrafica ne attribuisce la fattura al 1700 a.C. Oggi è
esposto nel Museo archeologico di Iraklion a Creta.
"La parola più ricorrente è 'madre' e, in particolare, è
riferibile alla dea madre dell'era minoica", ha detto Owens. Per
arrivare ad enunciare la propria teoria, il ricercatore ha preso
in esame gruppi di segni individuati in tre aree su un lato del
disco. Essi vengono letti come "I-QE-KU-RJA" e secondo Owens
"I-QE" significa "signora di grande importanza".
Sull'altro lato del disco, lo studioso ha invece identificato
la parola "akka" che, ha detto, significa "madre incinta". Per
questo motivo Owens ritiene che una faccia del disco riporti una
preghiera dedicata ad una donna incinta e l'altro lato ad una
puerpera.
Secondo esperti consultati da ANSAmed, se l'interpretazione
di Owens fosse esatta, entrambe le preghiere incise sui lati del
disco sarebbero dedicate alla stessa Grande Madre - la dea della
fertilità adorata da tutte le civiltà Mediterranee sotto diversi
nomi -, la prima nella sua 'potenzialità' di generare la vita
(incinta) e la seconda dopo aver prodotto i suoi frutti
(puerpera).
L'antico disco, ha concluso Owens, è stato utilizzato in
pratica per memorizzare informazioni proprio come si fa oggi con
i moderni CD-Rom e la sua importanza si basa sul fatto che
proviene dalla Creta minoica, la prima civiltà del continente a
conoscere l'uso della scrittura. (ANSAmed).
Leggi l'articolo completo su ANSA.it
Archeologia: Disco di Festo conterrebbe preghiera Dea Madre
Secondo nuova teoria sarebbe il primo CD-Rom di età minoica