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Preface,l'arte in trasformazione di Walid Raad a Napoli

Museo Madre dedica personale a eclettico artista libanese

Redazione Ansa

(di Francesco Tedesco). (ANSAmed) Napoli, 10 ott - L'incidenza della guerra in un contesto pubblico e privato, la veridicità del documento storico, le formazione della memoria individuale e collettiva, la natura intima dell'esperienza artistica a confronto con l'influenza della politica e dell'economia. Sono tanti i temi affrontati attraverso lo sguardo di Walid Raad, artista libanese a cui il Museo d'arte contemporane Madre di Napoli dedica una mostra personale, "Preface" (Prefazione), allestita da domani al 19 gennaio prossimo. La mostra, realizzata in collaborazione con il Carré d'Art - Musée d'art contemporain di Nimes in Francia, costituisce un'ampia ricognizione dell'opera di Raad, uno degli artisti più autorevoli della scena del Medio Oriente a cui nel 2015 il MoMA di New York dedicherà una retrospettiva di metà carriera. A Napoli, la mostra di Walid Raad, curata da Alessandro Rabottini e Andrea Viliani, sarà divisa in due differenti spazi riflettendo la distinzione tra due nuclei di opere: al piano terra è presentata un'ampia selezione di lavori dal ciclo "Scratching on Things I Could Disavow" ("Appunti su cose che potrei ritrattare", 2007-in corso), mentre nelle sale del secondo piano sono presentate le installazioni e i cicli fotografici del progetto The Atlas Group, uno dei progetti più noti dell'artista che vi ha lavorato dal 1989 al 2004. Nel suo complesso "Preface" si sviluppa incrociando video, fotografia, installazione, scultura, performance e racconto.

"Scratching on Things I Could Disawov" prende l'avvio da una serie di fenomeni artistici, politici ed economici emersi nel mondo arabo negli anni più recenti: dal crescente interesse che il mondo occidentale mostra nei confronti della sua produzione artistica e culturale e le relazioni che hanno condotto musei occidentali come il Louvre e il Guggenheim a progettare sedi di imminente apertura ad Abu Dhabi. La sezione indaga quindi i modi in cui questi processi stanno cambiando la percezione e la consistenza stessa della cultura araba contemporanea. Nel lavoro di Raad le istituzioni culturali e il sistema dell'arte non sono rappresentati come luoghi "neutri" ed estranei alla cronaca e alla storia ma come strutture che rivelano, o al contrario celano, i flussi economici, i movimenti culturali e gli interessi politici che le circondano e le influenzano. Raad mostre le opere d'arte come oggetti in costante mutazione e che attraversano il tempo e lo spazio, le differenti tradizioni culturali, le modalità espositive e interpretative: così facendo, i loro significati, così come le loro forme, i loro colori, la loro stessa consistenza, si trasformano continuamente. La sezione dedicata al progetto The Atlas Group, mostra come Raad ha esplorato gli effetti politici, sociali, culturali, psicologici ed estetici delle drammatiche guerre civili che negli ultimi decenni hanno afflitto il Libano, suo paese di origine. The Atlas Group si presenta nelle sembianze di un archivio che riunisce documenti storici di diversa natura (fotografici, testuali e audio-visuali) attribuiti a personaggi realmente esistiti, di cui l'artista rintraccia identità, funzioni, relazioni. In realtà questi documenti sono il frutto di una colossale ricostruzione fictional, sono un ibrido fra ricerca d'archivio e narrazione in cui nulla è vero, secondo una strategia che fa emergere una condizione paradossale: quella di una realtà che, in una situazione di guerra, pericolo, minaccia e distruzione è esposta al rischio di smarrirsi, di perdere le nozioni stesse di identità, memoria, valore, e quindi "verità". (ANSAmed).

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