(di Lorenzo Trombetta)
(ANSAmed) - ROMA, 18 APR - Diverse centinaia di persone, per
lo più siriane, che cercavano di entrare irregolarmente a Cipro
dal Libano, sono state intercettate dalle autorità cipriote e
rispedite indietro verso il Libano, dove nelle ultime settimane
si sono inasprite le tensioni sociali contro i profughi siriani.
La denuncia giunge dall'avvocato libanese Muhammad Sabluh,
che a Tripoli, nel nord del paese afflitto dalla peggiore crisi
economica della sua storia, svolge da anni un faticoso lavoro di
sostegno legale ai migranti siriani.
Secondo Sabluh e i media libanesi, è difficile quantificare
con precisione il numero di persone ancora intrappolate nel
tratto di mare tra Cipro e le coste libanesi. "Ma sono
certamente molte", scrive il quotidiano libanese L'Orient-Le
Jour.
I media ciprioti parlano di cinque imbarcazioni con 500
migranti, mentre l'ONG Alarm Phone denuncia il rifiuto delle
autorità cipriote di lanciare operazioni di soccorso. Alarm
Phone da giorni mantiene contatti con i passeggeri di quattro
imbarcazioni.
Dal 12 aprile, molti migranti sono rimasti bloccati nelle
acque territoriali di Cipro, senza cibo, acqua o benzina. Alcuni
hanno anche denunciato minacce con armi da fuoco da parte della
polizia cipriota, che li avrebbe incitati a tornare in Siria,
riferiscono media libanesi.
L'Orient-Le Jour ha intervistato il fratello di uno dei
migranti siriani partiti dal Libano e ora ancora in mare. Bassem
- questo lo pseudonimo dell'intervistato - racconta che suo
fratello Ziad, un tecnico che vive da oltre dieci anni in
Libano, è stato spinto a tentare la fuga dopo essere stato
vittima a nord di Beirut di un attacco razzista.
"Ma il sogno di un esilio sicuro è svanito a poche miglia
dalle coste cipriote", scrive il giornale. "Sono arrivati ieri
mattina nelle acque territoriali di Cipro - afferma Bassem - ma
i guardacoste (ciprioti) li hanno trattenuti per due giorni
prima di dargli il necessario per tornare indietro" verso il
Libano.
L'avvocato Sabluh riferisce che una delle tre imbarcazioni
arrivate in Libano da Cipro è stata sequestrata dall'esercito,
"con il rischio che i passeggeri vengano ora deportati in
Siria". Molti, secondo Bassem, sono ricercati dal governo di
Damasco.
L'ONG Alarm Phone esprime preoccupazione per il destino di
coloro che non sono tornati in Libano, riferendo che alcuni
temono di morire di fame. "È una violazione della Convenzione
relativa allo statuto dei rifugiati e mette in pericolo le loro
vite", afferma l'ONG, denunciando "un gioco crudele" tra Libano
e Cipro.
Intanto, le autorità di Cipro hanno sospeso l'elaborazione
delle richieste d'asilo da parte dei siriani. "Se avessimo
saputo, mio fratello non sarebbe mai partito", conclude Bassem.
Un recente protocollo tra Cipro e il Libano mira a limitare
le partenze e facilitare i rientri, con Cipro che cerca un
accordo ufficiale con l'UE per trasferire i rifugiati in "zone
sicure" in Siria, nonostante le segnalazioni di arresti e
sparizioni forzate nel paese martoriato da più di 13 anni di
conflitto intestino e regionale. (ANSAmed).
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Odissea di migranti siriani tra Libano e Cipro
Cipro respinge siriani in fuga dal 'razzismo dei libanesi'