Rubriche

Shock in Marocco: solo 12 mesi di carcere per lo stupro di una minorenne

Ondata di sdegno contro 'la cultura degli abusi'

Redazione Ansa

RABAT - Nuova ondata di sdegno e polemica in Marocco, dopo la condanna a 12 mesi per uno stupro di gruppo ai danni di una minorenne. Questa volta la sentenza è stata emessa da un giudice di Agadir per il caso di una ragazza di 15 anni ripetutamente violentata da cinque adulti e un minorenne, a Tata, nel Sud del Marocco. La ragazza ha poi partorito un bimbo.

Tra gli aggressori figura anche l'allenatore della squadra di calcio, dove la giovane giocava.

Le autorità hanno subito ricostruito i fatti e sono facilmente risalite ai sospettati, quattro dei quali devono scontare un anno di carcere, mentre al più giovane sono stati inflitti otto mesi di carcere minorile. Il sesto si è dato alla fuga. La prossima settimana ci sarà il processo in appello, con la famiglia della ragazza che chiede giustizia e definisce la prima sentenza "ingiusta e illogica".

Questo caso arriva a poche settimane da un'altra sentenza shock, quella che ha punito con due anni di carcere tre uomini accusati di aver violentato una bambina di 11 anni. La piccola, dopo quella violenza è rimasta incinta. L'indignazione della società civile ha portato in quel caso alla riapertura del processo. Il ministro della Giustizia del Marocco, Abdellatif Ouahbi era sceso in campo. La Corte d'Appello di Rabat ha aperto un procedimento contro i tre uomini, aumentando le loro condanne a 20 anni di reclusione per un imputato e a 10 anni per gli altri due.

Ora il caso di Tata riaccende il dibattito sulla necessità di riforme urgenti nel sistema penale del Marocco, e sul tema più ampio della protezione dei bambini dalle aggressioni sessuali.

C'è anche chi accusa il sistema giudiziario di voler normalizzare la cultura degli abusi sessuali e dello stupro.

Leggi l'articolo completo su ANSA.it