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L'obitorio di Sfax stracolmo di migranti annegati

Martedì sono stati contati oltre 200 corpi

Redazione Ansa

TUNISI - L'obitorio centrale di Sfax, città tunisina da cui sono partiti molti migranti dall'inizio dell'anno, è stracolmo di un gran numero di cadaveri, vittime di naufragi. "Martedì abbiamo contato più di 200 corpi, ben oltre la capacità dell'ospedale Habib Bourguiba di Sfax, il che crea anche un problema sanitario", ha detto all'Afp Faouzi Masmoudi, portavoce del tribunale di Sfax, seconda città del paese con quasi un milione di abitanti.

"Non sappiamo chi siano o da quale naufragio provengano e il numero sta crescendo", ha aggiunto, precisando che "quasi ogni giorno ci sono funerali". Solo il 20 aprile sono state seppellite almeno 30 persone. Ma "durante la festa musulmana dell'Eid tra il 21 e il 23 aprile scorsi sono stati ripescati molti cadaveri". I defunti vengono seppelliti dopo aver prelevato il loro Dna e assegnato un numero a ciascun corpo per facilitare la loro possibile identificazione da parte dei parenti, ha spiegato Masmoudi riferendo di significative "difficoltà" nel trovare un luogo di sepoltura per questi corpi, pur rilevando "sforzi concertati per seppellirli nei cimiteri comunali di Sfax".

"Dall'inizio dell'anno abbiamo contato il 24 aprile, più di 220 morti e dispersi, per lo più provenienti dall'Africa sub-sahariana", ha affermato Romdhane Ben Amor dell'Ong Forum Tunisino per i diritti economico e sociali (Ftdes), specializzata in migrazione. Secondo il Ftdes, "oltre il 78% delle partenze è avvenuto dalle coste di Sfax e Mahdia". Ben Amor ha ricordato che le autorità locali si erano impegnate lo scorso anno "a creare un cimitero speciale per i migranti, sulla base del fatto che non sono musulmani", ma che non è ancora pronto.

La partenza dei migranti africani dalla Tunisia si è intensificata dopo un duro discorso del 21 febbraio del presidente Kais Saied che ha condannato l'immigrazione clandestina presentandola come una minaccia demografica per il suo Paese. La Tunisia, alcune delle cui coste distano meno di 150 km dall'Italia, sta attraversando una grave crisi politica ed economica che sta spingendo anche molti tunisini a tentare di raggiungere l'Europa clandestinamente via mare a rischio della propria vita.

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