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Zaki: nuovo rinvio del processo al 29 novembre

'Sarò veramente libero solo quando sarò a Bologna'

Patrick Zaki davanti al Palazzo di Giustizia di Mansura, al termine della settima udienza a suo carico

Redazione Ansa

MANSURA - E' stato rinviato al 29 novembre il processo a carico di Patrick Zaki. Lo ha detto lo stesso studente dell'Università di Bologna ai giornalisti davanti al Palazzo di Giustizia di Mansura, al termine della settima udienza a suo carico. "Nulla di nuovo. È solo un nuovo rinvio dell'udienza che" stavolta "è stata rinviata al 29 novembre", ha affermato Patrick. "Siamo nel ciclo del rinviare, e rinviare, e rinviare" di cui "non sappiamo i motivi", ha aggiunto il ricercatore. "Oggi abbiamo fatto presente al giudice che volevamo presentare la nostra difesa", "ma non ce ne hanno dato l'opportunità", ha detto ancora, "come ogni volta". "Così aspettiamo" anche se "non sappiamo i motivi che sono dietro il rinvio, ma vedremo", ha proseguito Patrick. "Non è durata più di un secondo" o insomma, "pochi secondi, uno o due", ha detto rispondendo alla domanda su quanto fosse durata l'udienza. "Mi chiedono sempre la carta d'identità, dò la carta d'identità, vanno in camera di consiglio e poi danno la decisione", ha raccontato. "Nella prossima udienza, quella del 29 novembre, ci sarà data la possibilità di presentare la nostra difesa", ha precisato Patrick dopo aver parlato con i propri legali al termine dell'udienza.

"E' libertà solo quando" sarò "in Piazza Maggiore" e nell'aula "dell'Università di Bologna", ha detto Patrick, scandendolo in italiano, in dichiarazioni a giornalisti in cui ha ripetuto parte di un suo tweet appena pubblicato per annunciare il rinvio del processo al 29 novembre. "Voglio tornare ai miei studi. Voglio tornare in Italia. Non voglio tornare in tribunale per questo caso", ha aggiunto. "Mi sembra che stiano rinviando più del necessario. Voglio la mia opportunità di tornare ai miei studi a Bologna", ha proseguito. "Dato che il semestre è già iniziato, io dovrei essere lì, a Bologna, in questi giorni", ha proseguito ancora Patrick.

"Purtroppo c'erano poche speranze che finisse con un esito diverso dall'ennesimo lungo rinvio. Qui bisogna rendersi conto che Patrick sta già scontando una condanna senza essere stato condannato, perché 22 mesi di detenzione preventiva più altri 9 - e diventeranno 11 - di processo significa quasi tre anni privato della libertà totale, poi parziale, comunque sempre con divieto di espatrio, di tornare a Bologna". Così Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International Italia, ha commentato con l'ANSA l'ennesimo rinvio del processo a Patrick Zaki in Egitto.

"Si è perso tanto, tanto tempo - ha sottolineato Noury - e Patrick sta scontando e subendo una mancanza di azione della diplomazia italiana che fa veramente pensare che forse la sua vita, la sua libertà, non siano così importanti per la diplomazia. Per noi attivisti sì".

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