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Il Marocco si è fermato per l'ultimo saluto al piccolo Rayan

Migliaia ai funerali nel paesino del pozzo maledetto

Redazione Ansa

RABAT - Alle 13 in punto, quando un'ambulanza ha riportato a casa il corpo del piccolo Rayan, 5 anni appena, la folla che si è radunata attorno alla casa ha fatto silenzio tace. Un silenzio che è piombato su tutto il Marocco, ancora sotto shock per la storia del bimbo inghiottito da un pozzo profondo 32 metri, rimasto prigioniero per cinque giorni prima di essere estratto ormai senza vita.

In migliaia hanno riempito la strada sterrata che sui monti del Rif, a Nord del Marocco porta fino al villaggio di Tamrout.

Il percorso è stato transennato e fuori dalla modesta abitazione del nonno di Rayan è stata allestita una tenda per le condoglianze. La casa dei genitori è stata chiusa nel frattempo per permettere di completare i lavori di consolidamento, dopo che è stata sbancata una parte della vallata, nella disperata corsa contro il tempo dei soccorsi per raggiungere il bimbo.

La cerimonia, come da tradizione nel rito musulmano, è stata riservata solo agli uomini. La piccola cassa con il corpo di Rayan era avvolta dal drappo verde dell'Islam. Le donne sono rimaste in casa, a pregare e consolare Wassima, la mamma del piccolo, avvolta nel proprio hijab a quadri. Tutti si sono disposti a semicerchio davanti alla bara, per la preghiera di Al Adhor.

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