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Israele: patteggiamento Netanyahu, parti restano distanti

Scontro su 'condotta 'disonorevole che vieta attività politica

Redazione Ansa

(ANSAmed) - TEL AVIV, 14 GEN - Si intensificano le voci su un possibile patteggiamento da parte dell'ex premier Benyamin Netanyahu nel processo a suo carico a Gerusalemme - per tre casi giudiziari - con accuse di corruzione, frode e abuso di potere - anche se le parti sembrano ancora distanti. Obiettivo primario di Netanyahu è quello di evitare nel patteggiamento che la sua condotta sia definita "disonorevole" con la conseguente preclusione, per legge, della sua carriera politica ed eventuali incarichi di governo.

Il procuratore generale Avichai Mandelblit invece insiste - secondo i media - che il patteggiamento includa il "disonore" con l'implicita esclusione per un periodo di tempo (si parla di 7 anni) dell'ex premier dalla politica. Mandelblit - che è stato approcciato dai legali di Netanyahu - vorrebbe chiudere la vicenda prima di lasciare il suo incarico a febbraio prossimo.

Nell'intesa - se mai ci sarà - è previsto che l'ex premier ammetta le sue responsabilità nei 3 distinti casi per quanto riguarda la frode e l'abuso di potere ma non la corruzione. In cambio Netanyahu vuole che l'accordo stabilisca che lasci la politica solo alla fine del processo legale, cioè dopo il verdetto che segue la presentazione di un patteggiamento. La Procura teme tuttavia che se Netanyahu, una volta emesso il verdetto, viola il proprio impegno non ci siano poi i mezzi legali per impedirgli il ritorno in Parlamento. Per questo Mendelblit si batte per la definizione nel patteggiamento di "condotta disonorevole". (ANSAmed).

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