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Naufragio Manica, 'i migranti lanciarono l'Sos invano'

'I francesi ci dissero di chiamare i britannici e viceversa'

Redazione Ansa

PARIGI - "Naufragio nella Manica: i migranti avevano chiesto aiuto": lo scrive oggi il quotidiano francese Le Monde, riferendosi alla tragedia del mare che il 24 novembre scorso ha causato la morte di 27 persone, tra cui diverse di origine curda, a bordo del gommone con cui tentavano di attraversare il canale della Manica, tra la Francia e la Gran Bretagna. "Diverse testimonianze di persone vicine alle vittime e i tabulati delle chiamate telefoniche confermano il fatto che avevano parlato con i soccorsi", scrive Le Monde, riferendosi alle testimonianze rilasciate al media curdo Rudaw, secondo cui "i migranti avevano chiesto aiuto, invano".

Finora le autorità hanno fatto sapere solo che nel pomeriggio del 24 novembre, verso le 14, un peschereccio francese lanciò l'allerta dopo aver avvistato diversi naufraghi in mare, in acque francesi, ma in immediata prossimità di quelle britanniche.

Poco dopo il dramma, i due unici sopravvissuti hanno rilasciato un'intervista a Rudaw nella quale hanno rivelato di aver chiesto aiuto. In un video pubblicato il 29 novembre, Mohammed Shekha Ahmad afferma: "Abbiamo chiamato la polizia francese. Poi gli abbiamo inviato la nostra posizione e ci hanno risposto 'Siete in acque inglesi, chiamate gli inglesi'. Abbiamo chiamato i britannici, e loro ci hanno detto di chiamare i francesi". Il giorno dopo, Mohammed Isa Omar, superstite di origini somale, ha spiegato a sua volta le circostanze del naufragio: "Siamo affondati in acque britanniche, abbiamo chiamato i soccorsi e ci hanno detto di inviare la nostra posizione". Secondo fonti giudiziarie citate da Le Monde, le dichiarazioni dei due superstiti sono confermate dai primi elementi dell'inchiesta francese ancora in corso.

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