(ANSAmed) - PARIGI, 28 OTT - L'anno 2020 ha visto un crollo
inedito di almeno il 30% dei flussi migratori verso i Paesi
dell'Ocse, dove la pandemia ha anche "posto fine a dieci anni di
miglioramenti" per gli immigrati sul mercato del lavoro: è
quanto emerge dalle Prospettive sulle migrazioni internazionali,
il cosiddetto 'International Migration Outlook', pubblicato
dall'Ocse a Parigi.
"La crisi da Covid-19 ha suscitato il più' forte calo mai
registrato dei flussi migratori nei Paesi dell'Ocse, di oltre il
30%", scrive l'organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo
economico internazionale con sede a Parigi.Con 3,7 milioni di
persone che hanno raggiunto i suoi 25 Paesi membri,
l'immigrazione ha toccato lo scorso anno il livello più bassi
mai registrato dal 2003. Gli Usa, che restano il primo Paese
d'immigrazione dell'Ocse, hanno registrato un calo del 44%
rispetto al 2019, con 576.000 nuovi ingressi nel 2020. In
Italia, il numero di richiedenti asilo è calato del 39,4% nel
2020, per raggiungere circa 21 000 persone.
Inoltre, facendo la media tra i contributi versati dagli
immigrati e le spese pubbliche dello Stato, l'Ocse ritiene che
il "loro impatto sul bilancio" vada in pari e può anche essere
positivo. "In tutti i Paesi, il contributo degli immigrati sotto
forma di tasse e contributi è superiore alle spese che i Paesi
consacrano alla loro protezione sociale, alla loro salute e alla
loro istruzione", scrive l'organismo per lo sviluppo e la
cooperazione economica internazionale, nel rapporto sulle
Prospettive migratorie pubblicato oggi. In Francia, per esempio,
il contributo di bilancio netto delle persone nate all'estero è
di 1,02% del Pil, in lieve eccedenza, contro una media Ocse
dell'1,56%. (ANSAmed).
Leggi l'articolo completo su ANSA.it
Migranti: Ocse, 2020 anno record per calo migrazioni
Impatto su casse dello Stato è nullo o quasi