(ANSAmed) - TUNISI, 13 SET - Una lunga catena umana sulle
spiagge della periferia sud della capitale tunisina ha unito
decine di migliaia di persone, ambientalisti e società civile
per chiedere la fine dello sversamento delle acque reflue e
degli scarichi industriali in mare, e esortare le autorità a
intervenire per fermare questo fenomeno.
La manifestazione è andata in scena in particolare sulle
spiagge di Rades, Ezzahra, Hammam Lif, Hammam Chott e Borj
Cédria, e secondo gli organizzatori è stata la più lunga catena
umana mai realizzata in Tunisia. L'Ong Forum tunisino per i
diritti economici e sociali (Ftdes) ha invitato i cittadini a
protestare contro il rifiuto delle autorità competenti e dei
vari governi per trattare questo fascicolo, ricordando che
"sono stati mobilitati fondi ingenti per riabilitare gli
impianti di trattamento delle acque reflue della regione e
salvare il mare nella periferia sud della capitale, ma questi
progetti sono rimasti mere promesse elettorali a cui non è stato
dato seguito". L'Ufficio nazionale di Igiene (Onas), l'Agenzia
Nazionale per la Protezione dell'Ambiente (Anpe) e l'Agenzia per
la Protezione e la Pianificazione del Litorale (Apal) sono stati
i principali obiettivi di questa mobilitazione in quanto
identificati dal Forum come primi responsabili del degrado
dell'ambiente sulle coste delle periferie a sud di Tunisi.
(ANSAmed).
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Tunisia: catene umane contro sversamenti inquinanti in mare
Su spiagge protesta per scarichi industriali e fognari