(ANSAmed) - BEIRUT, 14 LUG - Gli oltre due milioni di
sfollati siriani che, secondo l'Onu, sono ammassati nei campi
profughi del nord-ovest, nella regione di Idlib fuori dal
controllo governativo e a ridosso del confine con la Turchia,
affrontano una nuova estate di caldo torrido.
Come riferiscono organizzazioni umanitarie locali
internazionali, è la decima estate (dal 2012) che gli sfollati,
provenienti da varie regioni della Siria in guerra, trascorrono
in condizioni igieniche e strutturali molto precarie, che
rendono ancora più insopportabile le alte temperature.
Mahmud Ahmad, sfollato nel campo di Tell Amin, afferma di
essere costretto a fare il bagno, con acqua non corrente, ai
suoi figli ogni quarto d'ora per aiutarli a resistere al caldo.
Le temperature percepite a Idlib e dintorni hanno superato nei
giorni scorsi i 40 gradi.
Il campo è privo di elettricità e di acqua sufficienti per le
oltre 400 famiglie che vi sopravvivono all'interno. Alcune
settimane fa una organizzazione umanitaria locale ha potuto
consegnare e montare una decina di tende per dei nuclei
familiari rimasti a lungo all'addiaccio.
Il campo è noto per essere esposto nei mesi invernali alle
rigide temperature, a inondazioni e a smottamenti del terreno
seguiti a forti precipitazioni. Un altro sfollato, Ibrahim Issa,
racconta al sito Internet della tv irachena Rudaw, di soffrire
particolarmente il caldo a causa di una serie di ustioni
presenti sul suo corpo e dovute a un incidente del passato.
Secondo l'Onu, dei circa 20 milioni di siriani che
costituivano la popolazione nel 2011, anno dello scoppio delle
violenze armate, circa 13 hanno dovuto abbandonare le loro case
come sfollati interni o profughi all'estero. (ANSAmed).
Leggi l'articolo completo su ANSA.it
Siria: sfollati nel nord-ovest soffrono caldo torrido
Più di due milioni di persone ammassate in condizioni precarie