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Malta: armi in mare, parte di traffico tra mafia e Libia

Nascoste da fratelli Agius. Legami con Santapaola

Redazione Ansa

(ANSAmed) - LA VALLETTA, 23 GIU - La scorta di armi ed esplosivi recuperata tra domenica e lunedì scorsi dalla polizia e dai sub militari maltesi sul fondo del mare a pochi metri dall'alta scogliera nordoccidentale di Malta farebbe parte di un contrabbando di armi tra Italia, Malta e Libia. Le armi, secondo fonti di polizia citate dal Times of Malta, sarebbero state nascoste in acqua - ben protette in sacche impermeabili - dai fratelli Adrian e Robert Agius, capi della cosca maltese Ta' Maksar, poco prima del loro arresto (assieme col 'socio in affari' Jamie Vella) avvenuto a febbraio con l'accusa di essere stati i fornitori della bomba che il 16 ottobre 2017 uccise Daphne Caruana Galizia. Ad incriminarli, la testimonianza del sicario 'pentito' Vince Muscat.

Il carico, scoperto dalla polizia grazie ad una soffiata, comprende circa 40 tra kalashnikov e mitragliatori, oltre ad esplosivi ed un detonatore dello stesso tipo usato contro la giornalista. L'arsenale, di un valore stimato attorno agli 80mila euro, è attualmente sottoposto ad analisi balistica forense. Secondo gli investigatori maltesi il carico faceva parte di un complesso contrabbando di armi in cui era coinvolto la gang Ta' Maksar. Il consorzio di giornalismo investigativo Irpi ha rivelato che la polizia italiana nel 2015 ha ricevuto informazioni di un traffico illegale di armi verso la Libia gestito dal clan siciliano Santapaola, che acquistava armi teoricamente disattivate e destinate alla collezione per poi ripristinarle e consegnarle alle milizie libiche via Malta. Nei mesi scorsi è emerso che l'isola è stata usata anche come via di ingresso in Libia da parte di forze speciali turche e mercenari.(ANSAmed).

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