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'More than a refugee', adolescenti rifugiati si raccontano

Il 20 giugno incontro con ex studenti scuola Still I Rise a Samos

Redazione Ansa

ROMA - Domenica 20 giugno, a partire dalle 18.00, tre adolescenti rifugiati ed ex studenti della scuola dell'ong Still I Rise a Samos, Grecia, si racconteranno in 'More than a refugee', un incontro online organizzato in occasione della Giornata Mondiale del Rifugiato. L'evento, secondo quanto riferito in una nota dell'organizzazione, si terrà in lingua inglese sulla pagina Facebook di Still I Rise, con servizio di traduzione simultanea in italiano attraverso accesso su Zoom.

Donaldoni, Samaneh e Majd - questi i nomi dei tre adolescenti - dialogheranno con Giulia Cicoli, Direttrice Advocacy ed ex insegnante del centro educativo Mazì: focus dell'incontro, il racconto sulla direzione che hanno preso le loro vite una volta lasciata la scuola di Still I Rise, sulla loro attuale quotidianità e sugli obiettivi che stanno perseguendo, con determinazione e tenacia. E come in tutte le riunioni tra ex compagni, insieme ricorderanno l'esperienza a Samos, le ore trascorse a Mazì, ma anche la vita nel campo profughi.

Donaldoni, ragazzo camerunense con la passione del calcio, è arrivato a Mazì a 16 anni come minore non accompagnato. Oggi parla inglese, francese, tedesco e greco, è riuscito a realizzare il suo sogno ed è diventato un giocatore professionista a Salonicco, in Grecia. Samaneh, afghana nata in Iran, vive ora vicino a Berlino, in Germania, dove frequenta le scuole superiori: il suo sogno è andare all'università e diventare assistente dentista. Quando era studentessa a Mazì si era distinta per la sua capacità di osservare il mondo da dietro l'obiettivo della macchina fotografica. Majd, nato in Siria, è arrivato a Mazì giovanissimo come minore non accompagnato. Vive in Irlanda insieme a una famiglia americana e frequenta le scuole superiori. Ha l'obiettivo di diventare infermiere per poter restituire agli altri ragazzi un po' di quello che ha ricevuto.

Nello spazio di 'More than a refugee', i tre giovani si presenteranno per quello che sono: ragazze e ragazzi che si danno da fare per trovare il proprio posto nel mondo. "È necessario proporre una narrazione nuova e più completa riguardo ai migranti, che sono prima di tutto persone: l'obiettivo è allontanarsi da facili stereotipi che li vede come vittime indifese e disperate, oppure come minacciosi aggressori", dichiara Giulia Cicoli.

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