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Covid, Francia: gli esperti ancora divisi sulle riaperture

Epidemia frena, ma curve restano su plateau elevato

Redazione Ansa

PARIGI - Esperti sempre divisi, in Francia, sulle riaperture annunciate per metà maggio dal governo. A nutrire un po' di ottimismo è l'esempio della regione di Nizza, le Alpi Marittime, dove il tasso di incidenza è tornato ai livelli di dicembre dopo essere stata una delle prime zone a vedersi imporre le attuali restrizioni, due mesi fa: ieri, i numeri sono stati - sulla base degli ultimi 7 giorni - di 229 casi per 100.000 abitanti.

"Siamo attorno al 65-70% di pazienti Covid - ha detto Carole Ichai, responsabile anestesista nel reparto rianimazioni dell'ospedale di Nizza, intervistata da BFM TV - non abbiamo quella pressione permanente che c'era prima, con tutti i letti pieni. Questo ci consente di far riposare un po' il personale".

Una tendenza che fa dire a molti che il picco della terza ondata potrebbe essere stato raggiunto, visto anche il lieve calo del numero dei pazienti in rianimazione, su scala nazionale, osservato negli ultimi giorni.

Per Pascal Crepey, epidemiologo alla Santé Publique, intervistato dalla stessa emittente, è "certamente possibile" che le misure restrittive comincino a far sentire i loro effetti: "Le cifre non crescono, purtroppo le misure adottate non hanno un impatto forte come nel primo e secondo lockdown, la discesa sarà molto lenta".

Per l'epidemiologa dell'Inserm, Dominique Costagliola, la situazione epidemica attuale in Francia "non consente di sperare in un imminente miglioramento", tale da giustificare l'allentamento delle regole sanitarie a metà maggio, come annunciato dal presidente Emmanuel Macron e dal governo.

Parlando ai microfoni di France Inter, l'esperta ha affermato che "sia a livello ospedaliero, che nelle rianimazioni o nei numeri dei nuovi contagi, sembra che siamo su un plateau elevato". A fronte di un minor numero di tamponi, "non emerge un calo netto" delle infezioni, e abbiamo ancora - ha aggiunto - "oltre 30.000 contagi al giorno, una situazione che non consente di sperare in un prossimo miglioramento". Tanto più, aggiunge, "che le elementari riapriranno dal 26 aprile e le medie e licei dalla settimana seguente".

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