(ANSAmed) - NAPOLI, 22 FEB - Inquinamento, pesca sostenibile,
global warming, erosione delle coste. Questi i temi al centro
della conferenza finale on line
(http://www.bluemed-initiative.eu/bluemed-final-conference/) del
progetto dell'Unione Europea BlueMed, coordinato dal Cnr, che si
svolge da oggi al 24 febbraio e parte dall'agenda strategica per
l'economia sostenibile del Mediterraneo stilata coinvolgendo i
22 Paesi che vi si affacciano.
Il progetto BlueMed, coordinato dal Consiglio nazionale delle
ricerche (Cnr) e finanziato dall'Unione europea con 3 milioni di
euro, nell'ambito del programma Horizon 2020, è durato quattro
anni, ha visto la partecipazione di 9 Paesi europei (Francia,
Spagna, Portogallo, Malta, Libano, Grecia, Croazia, Slovenia
oltre all'Italia) e 11 partner, coinvolgendo però tutti e 22 i
Paesi del Mediterraneo appartenenti a tre Continenti diversi.
"Ogni Paese - spiega Fabio Trincardi, direttore del Dipartimento
scienze del sistema Terra e tecnologie per l'ambiente del Cnr e
coordinatore del progetto - ha una percezione diversa di quali
siano i problemi più importanti a causa della diversa natura del
proprio territorio, di una diversa incidenza degli impatti
antropici storici sul proprio territorio e, infine, a causa
delle diverse culture. Per questo BlueMed è stata innanzitutto
un'avventura che ci ha portato a stabilire in modo partecipativo
una Agenda strategica dell'economia blu del Mediterraneo con
tredici priorità comuni e con un piano di implementazione che
definisce anche come e in che tempi si possa realizzare ciò che
è stato valutato prioritario".
Tra le priorità individuate, in primo piano la spazzatura
marina. "Il Mar Mediterraneo rappresenta l'1% della superficie
oceanica globale, ma accumula il 7% del totale di microplastiche
presenti nell'ambiente marino, tanto da essere considerata una
vera trappola di plastica", spiega Fedra Francocci, ricercatrice
dell'Istituto per gli impatti antropici e sostenibilità in
ambiente marino del Cnr (Cnr-Ias). "Nel 2018 - prosegue -
abbiamo avviato la Pilot BlueMed, cui collaborano gli 11 Paesi
su: monitoraggio della distribuzione delle plastiche e impatto
sugli ecosistemi; prevenzione della dispersione e rimozione
della plastica da mari e fiumi; management integrato dei sistemi
di gestione dei rifiuti e delle acque; economia circolare per la
valorizzazione del rifiuto e design di nuovi materiali e
prodotti pensati fin dall'inizio anche rispetto al loro fine
ciclo vita; comunicazione, formazione e azioni sulle policy e
finanziamenti".
Nell'Agenda politica, anche la pesca sostenibile e la
salvaguardia della biodiversità: "Il nostro bacino - ricorda
Trincanrdi - ha subito decenni di sovra-sfruttamento degli stock
che ha portato molte delle popolazioni ittiche più pregiate ad
andare al di sotto della propria capacità di riproduzione.
Situazione resa più difficile dall'arrivo, dai mari più caldi,
delle specie cosiddette 'aliene' che, a causa del riscaldamento
globale, riescono ad attecchire e a soppiantare le specie
originarie. Consideriamo inoltre che il riscaldamento globale
incide anche sulle coste, e l'economia blu dovrà tenerne conto
perché aumenterà la ricorrenza di eventi meteorologici estremi,
aumenterà l'erosione delle coste, e avanzerà il processo di
desertificazione delle piane costiere, aggravato dall'azione
dell'uomo che estrae acque dolci dal sottosuolo favorendo
subsidenza e ingresso di acque salate dal mare". (ANSAmed).
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Inquinamento, pesca, clima, al centro dell'agenda Bluemed
Progetto Cnr lancia strategia per un'economia sostenibile