(ANSAmed) - ROMA, 01 FEB - Pescatori che rincorrono sempre
più a largo i pesci, che a loro volta vanno in cerca di acque
più fredde. Colpa dei cambiamenti climatici e del riscaldamento
dei mari, in particolare del Mediterraneo. A ricostruire le
nuove mappe dei pesci migratori è Fedagripesca-Confcooperative,
sulla base degli ultimi dati dell'Enea.
Quando i mari si riscaldano, gli animali a sangue freddo, non
essendo in grado di regolare la loro temperatura interna, si
spostano più lontani dalle coste o in profondità per ricercare
il loro habitat ideale. Si scopre così che ogni pesce ha la sua
temperatura ideale, con una sensibilità che si accentua nella
fase riproduttiva con la schiusa delle uova. E se il freddo di
questi giorni è un toccasana per le sardine che si riproducono
in inverno e prediligono acque più fredde, il caldo favorisce
l'accrescimento delle alici.
Secondo i dati dell'Enea, che sono alla base della nuova
mappa delle migrazioni dei pesci nelle acque del Mediterraneo,
quest'ultimo è diventato negli ultimi anni un vero e proprio hot
spot del riscaldamento degli oceani. Si tratta di un fenomeno
iniziato alla fine degli anni '80 e che, dopo un breve
rallentamento intorno al 2000, ha iniziato a crescere
velocemente, con un progressivo riscaldamento degli strati più
profondi tra 200 e 700 metri a partire dalle coste siciliane per
propagarsi verso Nord. E ad aumentare insieme alle temperature è
anche il valore della salinità, che mostra la variazione
maggiore e più rapida, anche a causa dell'isolamento di questo
mare.
Ma c'è anche chi è su posizioni meno allarmiste, come il
biologo marino Corrado Piccinetti, che ha lavorato a lungo
nell'Università di Bologna. "Quando si parla del clima legato
alla temperatura del mare - spiega - eventuali innalzamenti
riguardano variazioni stagionali che si registrano in estate e
quindi legate alle acque superficiali; oltre i 50-70 metri,
invece, non si registra alcuno sbalzo. Ben diverso è se parliamo
di stagni, lagune dove le acque in estati particolarmente
torride possono dare molti problemi alla fauna ittica". Un caso
per tutti è stata la moria di pesci nella laguna di Orbetello,
con danni per milioni. Nel mare, invece, i pesci sanno cosa
fare. Come le triglie che quando tra settembre e ottobre
iniziano a scendere le temperature superficiali del mare,
percorrono anche 10 miglia in 2 giorni alla ricerca di
condizioni più temperate; e questo vale anche per le seppie, che
si spostano lontano dalla costa in cerca di acque più calde.
Piccole migrazioni che annunciano l'arrivo dell'autunno. Gli
sgombri, migratori stagionali per eccellenza, arrestano la loro
corsa quando trovano le alici, il loro cibo preferito. Ma c'è
anche chi ha trovato l'habitat giusto a prova di sbalzi di
temperatura. Gli scampi, arrivati nel Mediterraneo diversi
millenni fa dopo le glaciazioni, hanno ricercato un clima più
familiare andando a vivere in profondità. Il merluzzo, invece,
risulta poco permeabile ai cambi di temperatura perché le acque
profonde, dove vive nel Mediterraneo, rimangono costanti tutto
l'anno, vale a dire tra i 10 e i 14 gradi. (ANSAmed).
Leggi l'articolo completo su ANSA.it
Mediterraneo più caldo, nuove rotte per pesci migratori
Fedagripesca, da sardine a seppie la ricerca di giusti habitat