(ANSAmed) - NAPOLI, 17 LUG - Il periodo dell'Impero Romano è
stato il più caldo per le acque del Mediterraneo negli ultimi
2000 anni, le temperature superficiali del mare erano circa 2
gradi più alte rispetto ai valori medi della fine del XX secolo.
E' quanto emerge da una ricerca condotta dal Cnr attraverso
l'Istituto di ricerca per la protezione idrogeologica (Cnr-Irpi)
in collaborazione con l'Istituto di scienze marine (Cnr-Ismar) e
l'Università di Barcellona, che hanno studiato la fase di
eccezionale riscaldamento della superficie del Mediterraneo
durante il primo mezzo millennio dell'era cristiana. Lo studio,
pubblicato su Scientific Reports del gruppo Nature, si basa
sulla ricostruzione della temperatura della superficie del mare
degli ultimi 5000 anni.
Durante la campagna oceanografica NEXTDATA2014, svolta dal
Cnr, sono stati acquisiti nuovi dati in diversi siti
dell'Adriatico e del Canale di Sicilia: In particolare, nel
settore occidentale del Canale di Sicilia, a una profondità di
475 metri, è stata recuperata una successione di strati sotto il
fondale marino che ha permesso di ricostruire le variazioni
delle temperature superficiali del mare nel passato remoto.
"Questo nuovo dato è stato integrato da quelli provenienti da
altre aree del Mediterraneo come il mare di Alboran, il bacino
di Minorca e il mar Egeo, per far emergere lo scenario
complessivo e confermare che il periodo romano è stato il
periodo più caldo dell'intero bacino negli ultimi 2000 anni con
le temperature superficiali del mare di due gradi superiori alla
fine del '900", spiega Giulia Margaritelli, ricercatrice
Cnr-Irpi. "Questa fase di riscaldamento - aggiunge - corrisponde
con lo sviluppo, l'espansione e il conseguente declino
dell'Impero Romano, mentre, successivamente a questa fase, lo
studio mostra una graduale tendenza verso condizioni climatiche
più fredde in tutta l'area".
La probabile relazione tra le favorevoli condizioni
climatiche di questa fase e l'espansione dell'Impero nell'area
mediterranea è oggetto di una ricca letteratura, ma le
informazioni sono molto preziose anche da un punto di vista
scientifico per affrontare i cambiamenti climatici: "Lo studio
del clima del passato - conclude Margaritelli - è un prezioso
strumento di analisi delle dinamiche del sistema climatico
terrestre in condizioni differenti da quelle attuali ed è dunque
insostituibile per testare la validità dei modelli previsionali
a medio e lungo termine". (ANSAmed).
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Durante Impero Romano Mediterraneo era più caldo di 2 gradi
Studio Cnr in mare evidenzia fase di alta temperatura acque