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Libano: media, trema la Banca centrale,arrestato funzionario

Si allarga inchiesta su illeciti con complicità agenti cambio

Redazione Ansa

BEIRUT - Si allarga l'inchiesta della giustizia libanese sul coinvolgimento della Banca centrale di Beirut nella "manipolazione" dei tassi di cambio tra lira locale e dollaro statunitense, nel contesto di una sempre più preoccupante crisi economico-finanziaria. I media di Beirut danno conto del mandato di arresto spiccato oggi nei confronti di Mazen Hamdan, direttore delle operazioni monetarie della Banca centrale libanese, dal 1993 presieduta dall'inamovibile direttore Riad Salame. Sempre oggi e nell'ambito della stessa inchiesta, è stato arrestato il vice presidente del sindacato dei cambiavalute, quando nei giorni scorsi era arrestato il presidente del sindacato. E da settimane sono finiti in manette, alcuni scarcerati su cauzione, cambiavalute della zona di Beirut. Per tutti le accuse sono di manipolazione di tasso di cambio.

In particolare, al responsabile della Banca Centrale Mazen Hamdan si contesta di aver acquistato sotto banco dai cambiavalute quantità ingenti di dollari statunitensi in un contesto in cui la lira locale ha perso nelle ultime settimane più della metà del suo valore. Dai vertici della Banca centrale finora smentiscono che l'istituto sia coinvolto in queste malversazioni. Il Libano affronta da mesi la sua più grave crisi economia degli ultimi trent'anni. E a marzo il governo ha annunciato lo stato di default. Nei giorni scorsi, lo stesso esecutivo ha avviato contatti formali col Fondo monetario internazionale dopo aver approvato un piano di riforme economiche.

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