(ANSAmed) - CITTA' DEL VATICANO, 13 FEB - "Ottenere la pace e
la riconciliazione non sarà facile. In Libia vi sono delle
divisioni profonde e le parti in conflitto sono molto distanti.
È perfino difficile trovare il modo di far sedere tutti ad uno
stesso tavolo". Così il vicario apostolico di Tripoli, monsignor
George Bugeja, descrive alla fondazione pontificia Aiuto alla
Chiesa che Soffre l'attuale situazione nel Paese nordafricano.
Pur constatando come la recente Conferenza di Berlino abbia
rappresentato un "indubbio segno positivo", il presule
sottolinea come il cammino della Libia sia ancora lungo e quanto
sia importante che "i vari Paesi che hanno preso parte
all'incontro nella capitale tedesca tengano fede agli impegni
presi nel corso della conferenza berlinese". Monsignor Bugeja fa
inoltre realisticamente notare come la tregua indetta il mese
scorso sia stata più volte violata. "A Tripoli vi sono stati
degli scontri e ciò crea inevitabilmente tensioni. L'aeroporto
della città apre e chiude a seconda della situazione, ma
fortunatamente almeno in centro le scuole e gli uffici sono
ancora aperti". L'incerto e instabile scenario libico influisce
anche sulla crisi dei rifugiati. Tuttavia il vicario di Tripoli
invita ad andare alla radice del fenomeno. "La Libia è un
trampolino verso l'Europa, ma non è la causa scatenante della
crisi migratoria. Molti dei rifugiati giungono qui dall'Africa
sub-sahariana e dunque se si vuole rifermare o ridurre il flusso
dei migranti si devono risolvere le problematiche esistenti nei
loro Paesi d'origine. Altrimenti decine di migliaia di persone
continueranno ad emigrare in cerca di un futuro migliore, anche
a costo di mettere a rischio la loro vita".
La Chiesa cattolica locale cerca di offrire il proprio aiuto
sia ai migranti che transitano per la Libia che alla popolazione
locale. "Abbiamo delle limitazioni e poche risorse, ma facciamo
del nostro meglio per assistere le persone, in primis con la
nostra presenza. La Chiesa cattolica è rimasta nel Paese durante
tutta la durata del conflitto, anche quando le altre Chiese sono
andate via e tutti gli Stati europei hanno chiuso le proprie
ambasciate. La nostra presenza è un segno di incoraggiamento per
i fedeli".
La prossima settimana, monsignor Bugeja prenderà parte a Bari
all'incontro Cei "Mediterraneo, frontiera di pace". "Per noi
vescovi sarà un'occasione per discutere e raccontare le
difficoltà di ogni diocesi. Sostenendoci l'un l'altro e
imparando dalle esperienze altrui", conclude.(ANSAmed).
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Libia: vescovo, per migranti è il trampolino verso l'Europa
Mons. Bugeja, 'non è la causa della crisi migratoria'