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'Approdi e naufragi', mostra sulle migrazioni a Bari

Al Castello Svevo da 15/2 per incontro vescovi Mediterraneo

Redazione Ansa

BARI - Dal 15 febbraio al 30 marzo 2020 il Castello svevo di Bari, accoglierà nuovamente l'esposizione 'Per mare. Approdi e naufragi', una mostra sul tema della migrazione e del dolore che questa esperienza racchiude.
L'esposizione torna a Bari in occasione - è detto in una nota - dell'incontro di riflessione e spiritualità 'Mediterraneo, frontiera di pace', al quale parteciperanno nel Castello Svevo, dal 19 al 22 febbraio, tutti i vescovi del Mediterraneo, e che si concluderà domenica 23 febbraio con la messa di Papa Bergoglio in piazza Libertà.
Attraverso una serie di installazioni, i quattro artisti coinvolti raccontano lo sconforto di chi è stato costretto a lasciare la propria terra per affermare il proprio diritto alla vita. Accogliere i 20 mila profughi della nave Vlora nel 1991 è stato per la città di Bari un fatto storico di grande civiltà: Duli Caja, albanese anche lui, lo ricorda nel suo grande arazzo Esodo-Il Dolore, popolato di bottoni-persone che testimoniano lo stato psicologico di chi sa di aver compiuto un'impresa più grande di lui. L'accoglienza dei naufraghi della Adriaticu Dures a Bari nel 1997 è stata per Beppe Gernone un'esperienza di giovane reporter che ha lasciato il segno di una vera partecipazione dentro ognuno dei suoi scatti fotografici. Il naufragio della Kir ha spinto Nicola Genco, tanti anni dopo, a ricordare ancora che quei 81 morti in mare, 81 "anime bianche", hanno rincorso un sogno che non si è mai tramutato in futuro. Infine, le opere di Romolo Belvedere riassumono il cammino di un'umanità stanca, ferita e incerta sul suo futuro. Il letto improvvisato e sempre provvisorio del migrante, fatto di una miriade di soldatini di plastica, evoca il campo di inutile battaglia che agita i suoi sogni.

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