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Arrestato in Egitto: avvocato Zaky, rischia l'ergastolo

Parla amico di Patrick, 'anch'io fui rapito, temo per lui'

Patrick George Zaky durante un viaggio a Roma

Redazione Ansa

IL CAIRO - "Non è accusato di terrorismo, ma di un'accusa peggiore: 'rovesciamento del regime al potere', per la quale la pena, secondo la legge, è il carcere a vita". Lo dice all'ANSA Wael Ghaly, uno dei legali che difendono Patrick George Zaky, lo studente dell'Università di Bologna arrestato in Egitto. La custodia cautelare "può durare fino a due anni, rinnovata ogni 15 giorni, e talvolta tale detenzione può protrarsi per più di due anni", ricorda il legale.

Intanto cresce la mobilitazione in tutta Europa per Zaky. La rete di amici e attivisti che diffonde notizie tramite i canali social 'Free Patrick' annuncia che una manifestazione in solidarietà con lo studente arrestato venerdì scorso al Cairo, al suo rientro dall'Italia, si svolgerà a Berlino questo sabato a Hermannplatz. Oggi a Bologna, dopo il flashmob di domenica, è prevista una nuova manifestazione, organizzata da Amnesty International. Ieri studenti e accademici del master a cui è iscritto il ragazzo hanno manifestato a Granada, in Spagna, sede dell'ateneo che coordina il master 'Gemma'.

In prima fila tra coloro che in tutta Europa stanno chiedendo la liberazione di Zaky, c'è il suo amico Amr, cittadino egiziano 29enne che vive e lavora a Berlino da qualche anno, anch'egli in passato arrestato e detenuto in Egitto. "Sono stato rapito dalle forze di sicurezza statali e interrogato per 35 ore", "non ho subito elettroshock ma sono stato picchiato, bendato e legato.

Mi hanno privato del sonno e hanno cercato di distorcere il tempo", racconta Amr. Dopo gli interrogatori, prosegue, "sono stato rilasciato, ma hanno continuato a chiamarmi per le indagini più volte e quindi mi sono reso conto che ero in pericolo e dovevo scappare dal Paese". Quello che fece nel luglio 2015, dal settembre di quell'anno Amr non ha più messo piede nel suo Paese natio, l'Egitto. "Come ingegnere del software ho avuto subito diverse offerte di lavoro in Europa e sono partito subito". Ai tempi dell'Università, al Cairo, risale la sua conoscenza con Patrick Zaky. I due si sono avvicinati con l'inizio della rivoluzione egiziana nel 2011 e poi nel 2012 Amr racconta di Patrick, in prima fila per lui espulso dall'università "per motivi politici". Ora l'amico ricambia il favore in un certo senso, e parla a nome di migliaia di attivisti e amici tra Egitto ed Europa che in questi giorni hanno messo in piedi una straordinaria mobilitazione, sul web, nelle piazze, non solo a Bologna. Proprio la petizione lanciata da Amr su Change.org sabato per chiedere la liberazione di Patrick ha superato 35mila firme. "In questi ultimi 9 anni ho imparato la lezione a mie spese - dice Amr all'ANSA - Niente è più importante che coinvolgere le persone. Le persone sono il vero potere". "Pagherò un prezzo per aver fatto sentire la mia voce per Patrick, lo so - aggiunge - ma è tempo che si conosca il prezzo che paghiamo. Il mio più grande timore è che questo prezzo che noi egiziani paghiamo per la nostra sicurezza sia per nulla. E questo accadrà soltanto se le persone cominceranno a ignorare le nostre storie".

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