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Tunisia: presentato rapporto su lotta a tratta esseri umani

Commissione nazionale, 775 casi nel 2019

Redazione Ansa

TUNISI - Il numero di vittime del fenomeno della tratta di esseri umani in Tunisia registrato nel 2019 dalla Commissione nazionale per la lotta alla tratta di persone (Inlctp) è di 775, tra i quali rientrano otto tentativi di traffico di bambini, nati fuori dal matrimonio, 11 casi di servitù o pratiche simili, 348 casi di sfruttamento economico dei bambini e 361 casi di lavoro forzato. In occasione della giornata nazionale dell'abolizione della schiavitù, e della presentazione annuale del rapporto sulla tratta in Tunisia, il presidente dell'Inltp, Raoudha Laabidi, ha rivelato che nel 2019 sono state 841 le persone coinvolte in questi reati, tra cui 346 donne e 495 uomini. Laabidi ha sottolineato come il caso dei "bambini dell'asilo coranico di Regueb" rappresenti "il caso più pericoloso registrato nell'anno precedente", evidenziando che 200 situazioni simili, che mettono in pericolo il futuro dei bambini, sono stati scoperti in Tunisia, dopo la chiusura dell'asilo di Regueb.

Trentuno bambini di età compresa tra 13 e 18 anni sono stati presi in carico dai servizi sociali. A questo proposito, Laabidi ha elogiato gli sforzi compiuti dalle istituzioni statali nella cura delle vittime, sottolineando il ruolo dei ministeri dell'istruzione e della salute, che si sono occupati di 78 vittime. Circa la metà dei casi di tratta di persone riguarda i minori. Lo sfruttamento economico rappresenta oltre l'83,6% di tutti i casi di tratta di persone, la metà dei quali riguarda il lavoro forzato, seguito dallo sfruttamento economico dei bambini, sia in attività economiche marginali che nell'accattonaggio (32,4%), afferma il rapporto. Laabidi ha indicato che l'Inltp avvierà dal 13 al 14 febbraio 2020 corsi di apprendimento a distanza per aiutare a combattere la tratta di persone, presentando in questa occasione la guida procedurale per gli agenti di polizia giudiziaria nella prevenzione e nella lotta alla tratta di persone. La sindaca di Tunisi, Souad Abderrahim, ha sottolineato che il comune della capitale è aperto alla cooperazione con la Commissione ed è pronto a sostenerla nel prendersi cura di alcune vittime, sottolineando l'importanza di includere i reati del traffico di organi in Tunisia nelle relative statistiche e rapporti, dato il gran numero di denunce presentate su questo argomento da parte delle associazioni della società civile. La storica Ines Mourad Dali, da parte sua, ha fatto riferimento alla situazione delle persone di colore in Tunisia, mentre Saadia Mesbah, presidente dell'associazione "Mnamti", ha dichiarato che la minoranza di persone di colore in Tunisia, il cui numero varia tra le 4.000 e le 5.000, "soffre di alcune pratiche razziste che si manifestano attraverso l'utilizzo di soprannomi dispregiativi riferiti al colore della pelle".

Da parte sua, la rappresentante del Consiglio d'Europa in Tunisia, Imen Khalifa, ha parlato dell'impegno della sua organizzazione a sostegno della Tunisia, che ha ratificato la Convenzione sulla lotta alla tratta e allo sfruttamento sessuale dei bambini, che entrerà in vigore il prossimo primo febbraio.

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