(ANSAmed) - ROMA, 14 OTT - In questo momento nel nord est
della Siria, l'area interessata dagli scontri con l'esercito
turco, ci sono 200mila profughi e 1,5 milioni di persone che
hanno bisogno di assistenza sanitaria, con un forte rischio di
malattie infettive. Lo afferma l'Oms dicendosi 'gravemente
preoccupata' per la situazione, anche per gli attacchi che
stanno subendo gli ospedali e le altre strutture sanitarie.
"I servizi sanitari nell'area, già indeboliti, hanno avuto
conseguenze gravi dagli ultimi sviluppi", scrive
l'Organizzazione. "L'ospedale nazionale di Ras Al-Ain - prosegue
l'Oms - è chiuso e l'ospedale nazionale e due centri sanitari a
Tel Abyad hanno servizi limitati dal 12 ottobre a causa
dell'escalation delle ostilità, che ha impedito l'accesso del
personale. Tutte le strutture nei campi profughi ad Ain Issa e
Ras al Ain sono state evacuate".
Il danneggiamento della stazione di pompaggio di Ras Al Ain,
la principale fonte di acqua per quasi tutta l'area interessata,
ha aumentato il rischio di epidemie di malattie infettive,
aggiunge il comunicato. "Anche prima dell'escalation, diarrea
acuta e febbre tifoide erano due delle malattie più frequenti
nel nord est della Siria.
L'aumento delle persone sfollate, il sovraffollamento e
l'accesso limitato ad acqua e servizi sanitari provocheranno con
grande probabilità un aumento delle patologie legate all'acqua.
L'Oms - conclude la nota - chiede a tutte le parti del
conflitto di preservare il diritto alla salute di centinaia di
migliaia di civili innocenti, inclusi gli operatori sanitari e i
pazienti". (ANSAmed).
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Siria: Oms, servono cure per 1,5 milioni di persone
In area scontri 200mila profughi, ospedali sotto attacco